L'integratore alimentare che potrebbe essere di grande aiuto per i pazienti affetti dal morbo di parkinson si chiama vitamina B3, ma è conosciuta anche come niacina o nicotinamide, ed è contenuta nelle noci e nella carne. E' quanto suggerito da uno studio guidato dai ricercatori dell'Università di Leicester, in Gran Bretagna, e pubblicato sulla rivista scientifica ad accesso gratuito Biology Open.

Proteina PINK1, mitocondri e Parkinson

Alcune forme precoci del morbo di Parkinson sono legate a un'anomalia genetica che colpisce la proteina PINK1, la quale è essenziale per il funzionamento dei neuroni.

Infatti, la proteina PINK1 può essere esposta sulla membrana dei mitocondri, gli organelli intracellulari che generano ATP, ovvero la molecola ad alto contenuto energetico che serve a mantenere in vita e far funzionare i neuroni e tutte le cellule del corpo. In particolare, la proteina PINK1 viene esposta in maggiori quantità sulla membrana dei mitocondri mal funzionanti, perché difettosi o troppo usurati, per segnalarli ai sistemi di pulizia della cellula affinché essi possano essere rimossi e non rechino danni.

Numerosi studi hanno dimostrato una associazione significativa tra mancata o ridotta rimozione dei mitocondri mal funzionanti, un'anomalia di natura genetica della proteina PINK1 e la perdita dei neuroni che si ha in alcune forme genetiche del morbo di Parkinson, le quali rappresentano il 5-10% di tutti i casi di Parkinson.

La vitamina B3 protegge il DNA e i neuroni

“Le mutazioni a carico del gene che codifica per la proteina PINK1" spiega il dottor Miguel Martins nell'introdurre lo studio da lui guidato e finanziato dal Medical Research Council "ostacolano la rimozione dei mitocondri danneggiati e mal funzionanti. Questi ultimi rilasciano sostanze tossiche che possono danneggiare il DNA".

"Per fortuna" continua Miguel Martins "la cellula possiede dei meccanismi di riparazione del DNA che si fondano sull'attività di una molecola, importante anche per la produzione di ATP, che si chiama NAD e il cui precursore è la vitamina B3. Noi abbiamo ipotizzato che nei casi di Parkinson ereditario la quantità di NAD non sia sufficiente per riparare il DNA.

La conseguenza è un accumulo dei danni al DNA dei neuroni e la loro degenerazione, che è tipica del morbo". Quindi, i ricercatori dell'Università di Leicester hanno immaginato che fornendo all'organismo la vitamina B3, una molecola necessaria alla produzione del NAD, potesse aiutare i neuroni a rimuovere i mitocondri mal funzionanti e a ridurre la quantità di sostanze tossiche per il DNA.

Per verificare l'ipotesi, i ricercatori britannici hanno nutrito delle moscerini della frutta con la mutazione del gene PINK1 con alimenti ad alto contenuto di vitamina B3 mentre hanno nutrito con alimenti ordinari un altro gruppo di moscerini della frutta con il gene mutato. Così, i ricercatori hanno osservato che i moscerini della frutta nella cui dieta era stata integrata la vitamina B3 i mitocondri malfunzionamenti erano in numero minore prevenendo la degenerazione dei neuroni.

Allo stesso modo, spegnendo i sistemi che consumano il NAD, i neuroscienziati sono riusciti ad aumentare la forza, la motilità e la durata della vita dei moscerini.

“I nostri risultati" conclude Miguel Martins "indicano che nei casi di Parkinson dovuti a mutazioni genetiche, la quantità di NAD disponibile è fondamentale per mantenere i neuroni in buona salute e controllare la malattia. Farmaci che riducano il consumo del NAD esistono già e sono utilizzati in oncologia. La somministrazione di questi farmaci unita ad un maggiore apporto di vitamina B3, contenuta per esempio nelle noci, potrebbe costituire un nuovo approccio terapeutico alle forme ereditarie di Parkinson".