A causa del numero crescente di persone che soffrono di malattie cardiovascolari, pressione alta, obesità e diabete, si presta molta attenzione agli alimenti funzionali ricchi di sostanze bioattive.

Tra questi, i semi di chia e di lino si stanno distinguendo per le loro proprietà nutrizionali nel contrastare le malattie metaboliche.

Nell’ultimo studio pubblicato sulla rivista European Journal Clinical of Nutrition nel febbraio 2017, i ricercatori canadesi del Clinical Nutrition and Risk Factor Modification Centre, St Michael's Hospital, Toronto, hanno confrontato l’effetto della somministrazione dei semi di chia con quello dei semi di lino sulla glicemia post-prandiale e sulla sazietà.

I risultati sono stati soddisfacenti: entrambi hanno ridotto in modo significativo i livelli di glucosio e il desiderio di consumare alimenti; tra i due tipi di semi, nonostante la similitudine nutrizionale, quelli di chia hanno mostrato però una maggiore efficacia, così come una maggiore viscosità del liquido da bere.

Questi semi, ricchi di nutrienti preziosi quali acidi grassi polinsaturi omega3, lecitina, vitamine, sali minerali, anti-ossidanti e fibre, sono un valido aiuto per contrastare la comparsa di malattie infiammatorie e neurodegenerative.

Semi di chia e di lino

I semi di chia (scientificamente nota come Salvia hispanica, coltivata in Guatemala, Messico e Colombia) non contengono glutine e sono ricchi di nutrienti (20% di proteine, 40% lipidi, di cui il 60% omega3 e il 20% omega6), fibre, vitamine, antiossidanti (quercetina, acido clorogenico, acido caffeico), minerali (magnesio, calcio, potassio) e lecitina.

La coltivazione della pianta si è estesa in vari paesi del mondo.

In due precedenti studi clinici, 25 gr di semi di chia, in una miscela di avena e polvere di soia in 250 mL di acqua, al giorno, per 7 settimane, avevano già mostrato di ridurre in modo significativo la massa corporea, la circonferenza addominale, i trigliceridi, il marker di infiammazione PCR e l’insulino resistenza.

Secondo le linee guida statunitensi possono essere consumati anche come olio, senza eccedere i 48 gr al giorno.

I semi di lino, della pianta erbacea spontanea Linum usitatissimum, possiedono una percentuale di nutrienti simile a quelli della chia. Sono sufficienti 10 gr di olio di lino al giorno per soddisfare il fabbisogno quotidiano di omega3 e regolarizzare l’intestino.

Lo studio

I partecipanti allo studio sono stati suddivisi in tre gruppi: uno ha ricevuto solo 50 gr di glucosio, gli altri due gruppi, invece, glucosio con 25 grammi di semi di chia o 31 grammi di semi di lino, rispettivamente.

Sono stati prelevati campioni di sangue a digiuno e dopo 2 ore dalla somministrazione del glucosio; è stato valutato anche l’indice di sazietà.

Entrambi i semi hanno diminuito in modo significativo la glicemia nel sangue, misurata come area sotto la curva in 120 minuti, rispetto alla curva dei soggetti di controllo; hanno anche provocato un calo di appetito.

L’azione più potente dei semi di chia nel rallentare l’assorbimento del glucosio è stata spiegata con la particolare tipologia di fibre presenti, e per la maggiore viscosità prodotta nel liquido da bere.