Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte per i pazienti con diabete. E’ necessario contrastare i fattori di rischio cardiovascolare (iperglicemia, pressione alta, dislipidemia), mediante alimentazione, esercizio fisico e terapia farmacologica.
La dieta paleolitica, in particolare, ha dimostrato di avere effetti benefici potenti sull’obesità e sul diabete alimentare (tipo 2).
Come dimostrato nel lavoro pubblicato sulla rivista Diabetes Metabolism Research and Reviews nel gennaio 2017, questo metodo nutrizionale è risultato in grado di diminuire in modo significativo la massa grassa, mantenere la massa magra, contrastare l’insulino resistenza, ridurre la glicemia e la leptina (marker di infiammazione) in soggetti diabetici.
I pazienti reclutati in Svezia, presso il Department of Public Health and Clinical Medicine, Umea University, hanno seguito la dieta paleo per 12 settimane. Sono stati divisi in due gruppi: uno è stato anche sottoposto ad allenamento fisico supervisionato (esercizio aerobico o esercizi di resistenza), ma non ha rivelato vantaggi sui parametri metabolici e sul dimagrimento rispetto ai soggetti non allenati, ad eccezione di una maggiore performance cardiovascolare.
Dieta paleolitica
E’ stata impostata sul consumo di carne magra, pesce, uova, ortaggi, frutta, bacche (lamponi, more, mirtilli), semi oleosi (noci, noccioline, mandorle), pesce processato (salmone, sardine, tonno) e affettati (prosciutto crudo o cotto, bresaola, tacchino, salmone affumicato).
Sono stati esclusi cereali, derivati del latte, legumi, oli idrogenati, zuccheri raffinati, sale.
La dieta è stata consumata ad libitum (a volontà) per 3 mesi, con la sola restrizione dei seguenti alimenti: uova (1-2 al giorno per un massimo di 5 uova a settimana), patate (1 media al giorno), frutta disidratata o secca (130 gr al giorno), semi oleosi (60 gr al giorno); olio di oliva (massimo 15 gr al giorno), piccole quantità di miele e aceto per aromatizzare la cottura.
I partecipanti sono stati istruiti a bere principalmente acqua naturale. Il caffè e il tè sono stati ridotti ad un massimo di 300 gr al giorno, il vino rosso ad un massimo di 1 bicchiere a settimana.
Studio clinico
I soggetti con un BMI (indice di massa corporea) tra 25 e 40 kg/m2, e un’età compresa tra I 30 e 70 anni, presentavano inizialmente valori di emoglobina glicata tra 6.5 e 10.8 % ed assumevano metformina per il trattamento del diabete.
E’ stata somministrata una dieta paleo, caratterizzata da carboidrati a basso indice glicemico (frutta e ortaggi), proteine e acidi grassi polinsaturi e monoinsaturi: nutrienti in grado di abbassare l’iperglicemia postprandiale; l’assenza di sale aggiunto ai cibi ha indotto una riduzione della pressione sanguigna.
A parte il miglioramento dei parametri metabolici, è stata osservata una riduzione dei livelli dell’ormone leptina, che sviluppa un’azione infiammatoria ed è un fattore di rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari. Contemporaneamente è stato riscontrato un incremento dell’ormone adiponectina, che ha l’effetto di stimolare l’ossidazione degli acidi grassi e favorire, di conseguenza, la perdita di peso.