La Scienza medica prosegue il suo cammino alla ricerca di un vaccino in grado di curare differentemente ogni tipo di tumore, selezionato sul singolo individuo geneticamente colpito dal male oscuro. Così proseguono con unità di intenti, nel tentativo di combattere la malattia, gli scienziati che si dedicano anima e corpo alla ricerca di una possibile cura che, diventata un misterioso e ambito Santo Graal, sembra fare piccolissimi ma utili progressi, che potrebbero far sperare in un futuro più "sano". Alcuni di questi piccoli passi in avanti sono stati riportati dai media e pubblicati dalla rivista scientifica "Nature", spiegando l'approccio di alcuni vaccini personalizzati, mirati alla cura dei tumori della pelle.

La difficoltà della ricerca

Sarebbero due i tipi di vaccini antitumorali personalizzati che fino ad oggi sono stati in grado di vincere le cellule maligne in pazienti colpiti da melanoma ad alto rischio. Ovviamente, nonostante il successo ottenuto, la scienza medica è cauta nel dichiarare di aver scoperto dei vaccini contro i tumori: primo perché la ricerca deve essere confermata da specifici studi effettuati su un gruppo di pazienti più numeroso; secondo perché il sistema immunitario è differente in ogni singola persona, e può reagire combattendo il nemico o alleandosi con esso. Per questo motivo, è importante creare una terapia contenente le proteine di RNA (molecola polimerica implicata nei ruoli di codifica, decodifica e regolazione dei geni), che inviterà il sistema immunitario a combattere le cellule modificate da un determinato tumore.

Un vaccino contro il tumore

Il vaccino creato per combattere il cancro deve essere somministrato a persone già colpite dal male e, per avere una decisa percentuale di guarigione, deve essere personalizzato per ogni paziente. Lo studio portato avanti dai ricercatori del Dana-Farber Cancer Insitute di Boston ha determinato la nascita di uno dei vaccini, estrapolando segmenti di DNA dalle cellule tumorali mutate.

Ottenuto il farmaco, questo è stato inoculato in sei pazienti già sottoposti chirurgicamente alla rimozione del melanoma e, a distanza di due anni dall'esperimento, quattro di loro non hanno avuto recidive. Ai rimanenti, in fase tumorale più avanzata, è stata aggiunta la terapia chiamata "del checkpoint", più scientificamente anti-PD-1, fino a raggiungere il risultato voluto, ovvero la completa regressione del tumore.

Il secondo farmaco contenente le proteine di RNA (citate nel II° paragrafo), è stato creato in Germania, alla Johannes Gutenberg University, e utilizzato per vaccinare tredici persone. Otto di queste sono guarite, mentre cinque hanno avuto una ricaduta, trattata in seguito con anti-PD-1, fino alla rivoluzionaria completa guarigione.

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