Finora l’unico modo per prevenire i danni all’udito da suoni e rumori forti, come la musica ad alto volume o quello da macchinari, era l’uso delle cuffie. Non esistevano farmaci di nessun tipo che potessero, in qualche modo, agire in modo preventivo verso questi danni. Ora, per la prima volta, un farmaco sperimentale (Ebselen), un composto organoselenio valutato in uno studio clinico su 83 soggetti sani, è riuscito ridurre del 68% la variazione temporanea della soglia uditiva (TTS) in soggetti esposti per 4 ore ad un suono di intensità controllata (4 kHz).

Risultati superiori alle aspettative

La ricerca è stata appena pubblicata sulla prestigiosa rivista The Lancet. Si tratta dei risultati di uno studio clinico di Fase 2 condotto dall’Università della Florida, negli Stati Uniti, su 83 soggetti sani (18-31 anni), arruolati tra gennaio 2013 e marzo 2014, e suddivisi in modo casuale in 4 gruppi. Il farmaco si chiama Ebselen, identificato anche con la sigla SPI-1005, un composto organoselenio sviluppato dalla Sound Pharmaceuticals. Chimicamente, è una piccola molecola organica con la presenza di un atomo di selenio nella struttura. Nello studio clinico, Ebselen è stato somministrato a vari dosaggi: ai primi tre gruppi di volontari il dosaggio è stato rispettivamente di 200, 400 o 600 mg - due volte al giorno per 4 giorni, e i risultati ottenuti sono stati confrontati con quelli del quarto gruppo, a cui era stato somministrato un placebo.

L’obiettivo dei ricercatori era avere una riduzione della variazione temporanea della soglia uditiva (TTS) del 50%.

Il risultato ha superato le attese. Mentre nei gruppi a cui è stato somministrato il farmaco a dosaggi di 200 e di 600 mg, le risposte sono state rispettivamente del 21 e del 7%, nel gruppo a dosaggio intermedio, 400 mg, si è registrata una riduzione del TTS del 68%.

La biotech di Seattle è da diversi anni che sta puntando a sviluppare il primo farmaco per la prevenzione della perdita di udito, da impiegare anche nei casi di assunzione di farmaci ototossici. Nel 2013 aveva già completato un primo studio clinico di Fase 2 dove erano emersi dei risultati positivi e l’assenza di effetti collaterali gravi.

Con questi nuovi dati, l’azienda punta ad avere in pochi anni un first-in-class, ovvero il primo di una nuova classe di farmaci.

Il target è la Glutatione perossidase 1 (GPx1)

Nei modelli animali, in laboratorio, i ricercatori avevano osservato che l’attività dell’enzima glutatione perossidasi 1 (GPx1), in seguito a forte sollecitazioni, veniva ridotta. Il GPx1 è una proteina contenente un residuo di selenocisteina, che ha un ruolo protettivo nell’orecchio e della coclea. Il nuovo farmaco ha un’azione mimetica, ovvero riesce ad riattivare l’enzima, ripristinando la sua funzione protettiva. Il farmaco è somministrabile, in capsule, per via orale.

Va precisato che Ebselen viene attivamente studiato anche per altre applicazioni.

Proprio questi giorni due autori egiziani, N.M. Thabet e E.M. Moustafà, hanno pubblicato un lavoro su Int. J. Radiat. Biol., sui risultati ottenuti in modelli animali nella combinazione di Ebselen e radioterapia, nel cancro alla mammella. E ancora, L. Zou e altri autori svedesi e cinesi, su EMBO Mol. Med.,hanno pubblicato l’effetto sinergico di argento e Ebselen, come antibatterico, nelle infezioni da ceppi multidrug-resistant. Insomma, questo farmaco sempre avere mille virtù, ma lo studio più avanzato rimane quello nella prevenzione dei danni all’udito.

Un problema di portata mondiale

La riduzione dell’udito, fino alla sordità, nei lavoratori è molto diffusa anche se campagne di prevenzione negli ultimi anni ne stanno limitando gli effetti.

Lo stesso non avviene sul fronte dell’esposizione ai suoni elevati nei concerti, in discoteca, nei pub o nelle auto che, con l’introduzione degli Ipod, ha assunto una dimensione davvero universale.

Nel 2015 la WHO (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha stimato che nel mondo ci sono circa 1,1 miliardi di teenager e giovani (età 12-35 anni) a rischio danni all’udito. A fronte di tutto questo, finora non esiste alcun farmaco approvato che abbia una funzione protettiva dell’udito.

Non ci resta quindi attendere le ultime fasi di sviluppo di questo ma e di altri farmaci ad attività protettiva del nostro udito.