Il caso Grivko – Kittel non finisce di far discutere neanche dopo la sentenza di squalifica di 45 giorni emessa a carico del corridore ucraino della Astana. Durante una tappa del Dubai Tour di inizio febbraio Grivko e Kittel si trovarono spalla a spalla a lottare per la posizione e il confronto finì con un pugno del corridore ucraino al tedesco. La scorsa settimana è arrivata finalmente la decisione dell’Uci sul caso: Grivko è stato squalificato per 45 giorni, un periodo di sospensione che scatterà dal 1° maggio.

Grivko, le accuse a Kittel

Dopo la sentenza di squalifica Grivko è tornato all’attacco di Kittel.

Il corridore ucraino non ha nascosto di aver colpito l’avversario, ma ha spiegato di aver reagito ad un atteggiamento secondo lui oltre i limiti. Kittel avrebbe iniziato un pericoloso gioco di spallate per entrare nella fila dei corridori al posto di Grivko, in un tratto di forte vento laterale e in cui si era scatenata un’intensa battaglia. Il corridore della Astana ha accettato la decisione dell’Uci di squalificarlo, ma non quella di non prendere nessun provvedimento contro Kittel, anche se il regolamento vieta di togliere le mani dal manubrio e non di avere un contatto spalla contro spalla. “E’ la scelta dell’Uci e tornerò dopo 45 giorni ma non è bello sapere che Kittel non è stato sanzionato” ha spiegato Grivko dal Giro di Romandia, dove ieri ha concluso la tappa al secondo posto.

“Questo è ridicolo, lui ha fatto un’azione veramente pericolosa. Si dovrebbe aprire un’indagine per capire se il suo modo di correre è stato regolare o se è andato oltre nella lotta per le posizioni. La mia reazione è stata involontaria. Io ho solo reagito per proteggermi e non cadere”.

Una corsa per Michele

Grivko ha poi raccontato la sua giornata all’attacco al Giro di Romandia in una tappa flagellata da condizioni meteo al limite, con vento, freddo e neve.

“E’ stata una giornata durissima, ma era una buona occasione” ha spiegato Grivko, che è riuscito ad entrare nella fuga buona e resistere fino alla fine. Solo lui e Kung sono portato a termine la fuga, ma lo sprint ha arriso al giovane svizzero. “Lui è molto forte ed io ho fatto anche un errore partendo con un rapporto duro, quando ho cambiato non avevo più nulla nelle gambe” ha continuato Grivko, che avrebbe voluto un successo da dedicare a Michele Scarponi, con cui ha condiviso gli ultimi anni in Astana.

“Ho cercato di vincere per lui, avevamo un bel rapporto. Abbiamo vinto diverse corse insieme, come il Tour di Nibali. È stato difficile, la mia squalifica è nulla in confronto a questo” ha concluso Grivko.