Tasi 2014, la scadenza del 16 dicembre prossimo riguarda proprio tutti: pagheranno la tassa sui servizi comunali indivisibili come seconda rata o saldo sia coloro che hanno versato il primo acconto entro il 16 giugno scorso (tra le altre, le città di Torino, Genova e Bologna), sia i contribuenti che hanno pagato l'acconto entro il 16 ottobre (anche Roma, Napoli, Milano e Firenze).

Pagheranno, invece, per intero coloro che posseggono un immobile in uno dei 600 Comuni italiani che non hanno proceduto a deliberare proprie regole di tassazione: per quest'ultimo caso, l'imposta dovuta sarà pari all'1 per mille: per sapere in quale dei tre casi rientra il pagamento della tassa sul proprio immobili, è sufficiente collegarsi al sito del Dipartimento delle finanze del ministero.

Tasi 2014: chi sono obbligati al pagamento, come si calcola, base imponibile, come sapere la rendita catastale del proprio immobile?

La Tasi dovrà essere versata dai proprietari di immobili, sia che si tratti di persone fisiche che di società: gli immobili devono trovarsi nel territorio italiano. Pagano la Tasi anche coloro che sono titolari di un diritto reale di godimento, uso, enfiteusi e superficie. Paga la Tasi anche l'inquilino che ha preso in locazione l'immobile: la tassa per chi è in affitto sarà nominale e per una percentuale che varia tra il 10 ed il 30% a seconda di quanto stabilito dal Comune.

La Tasi è da pagare su tutti i fabbricati, sia l'abitazione principale e pertinenza, esenti dall'Imu, che i negozi, gli uffici, le aree edificabili, i laboratori, i capannoni e i box.

Le aliquote sono stabilite dai comuni e possono variare fino ad un massimo del 2,5 per mille sulle abitazioni principali o fino al 3,3 per mille. Per calcolare l'imposta è necessario partire dalla rendita catastale che è possibile reperire dall'Unico o dal 730: tale rendita va rivalutata del 5% (valore catastale moltiplicato 1,05) e poi moltiplicata per 160 che rappresenta il coefficiente moltiplicatore.

L'importo che risulta rappresenta la base imponibile sulla quale va applicata l'aliquota decisa dal Comune, in modo da avere la tassa netta.

Ricordiamo, infine, che non è più prevista la detrazione fissa di 200 euro come avveniva per il calcolo dell'Imu degli anni scorsi, ma ogni Comune può stabilire delle detrazioni (dipendenti fino ad una certa rendita catastale, per figli sotto i 26 anni, ecc.), delle quali si può prendere visione nella delibera pubblicata sul sito internet del Dipartimento delle finanze oppure sul sito istituzionale del proprio Comune.