Parigi, capitale della Francia certo, ma anche dell'eleganza e del romanticismo. Non a caso è scelta da milioni di coppie ogni anno provenienti da tutto il Mondo per trascorrere alcuni giorni immersi nel fascino incantevole di questa città. Su tutto, ovviamente per chi può permetterselo ovviamente, l'impareggiabile cena sulla Tour Eiffel o magari amoreggiare sulle rive della Senna; fiume che l'attraversa. Figurarsi andarci nel periodo di Natale. Ma anche dell'eleganza dicevamo, non a caso è considerata capitale della moda, dell'estetica. Eppure anche a Parigi qualcosa che stona può starci, considerata da qualcuno di cattivo gusto.
E che fa storcere il naso a non poche persone. Parliamo di un albero di Natale installato a Piazza Vendome, che sta scatenando non poche polemiche.
Parigi: l'albero gonfiabile in Place Vendome
L'opera è un albero di Natale completamente verde e gonfiabile, realizzata dall'artista americano Paul McCarthy (spicca l'omonimia col mitico Paul dei Beatles, i suoi genitori probabilmente erano loro fan). Ma per molti l'opera, per la forma che assume, somiglia più a un sex toy. L'installazione dell'artista Paul McCarthy è parte di una fiera d'arte contemporanea. Ma l'artista, peraltro, non è nuovo a polemiche del genere, in quanto pratica un arte che si può definire sovversiva e provocatoria.
Non mancano anche polemiche politiche. Un gruppo di estrema destra, Printemps Francais, ha scritto sul proprio profilo di Facebook e su Twitter tramite un tweet: "In Place Vendome è stato installato un giocattolo sessuale gigante di 24 metri (...) Avete sfigurato la piazza e umiliato l'intera città di Parigi!". E poi contestano il cattivo utilizzo dei soldi pubblici.
Parigi, Place Vendome
Ricordiamo che Place Vendome fu fatta costruire da Luigi XIV con un decreto del 1686, per accogliervi la Biblioteca Reale, le Accademie ed una sua statua equestre. Fu realizzata da Jules Hardouin-Mansart ed è di forma ottagonale. L'opera ricorda un'altra questione più di casa nostra, a Milano, un'altra opera ha suscitato aspre polemiche. Ma l'arte è arte, no?