L'Arte contemporanea, si sa, non è immediata come quella a cui ci hanno abituati i grandi artisti specie tra il 1500 e il 1800, regalandoci quadri e statue a cui manca solo la parola. Paesaggi mozzafiato così reali da farci sognare, espressioni del viso così naturali che sembrano foto, raffigurazioni sceniche che sembrano quasi in movimento. L'arte contemporanea, invece, va capita, interpretata e talvolta le prime impressioni simboliche sono lontane da quelle che l'artista voleva esprimere. Anzi, diciamocela tutta, alcune opere osservandole più volte, proprio continuiamo a non capirle, venendo salvati da una targhetta didascalica che ne spiega il significato.
Alcune poi, per la loro forma, sono perfino imbarazzanti e fanno pensare ad altro. È il caso di un'opera d'arte spuntata in Corso Indipendenza a Milano, che ha suscitato qualche polemica, ilarità e scetticismo; ma è stata difesa a spada tratta dalla Giunta Pisapia che ha confermato che starà lì fino al 20 gennaio e che non si tratta certo di scherzi o atti provocatori da parte di qualcuno.
Autore e significato dell'opera
Perché l'opera ha scatenato tanto clamore? Perché presenta quattro colonne ricurve che rievocano una forma fallica. Si chiama Four Sentinels. Ma come spiegano dal Comune, che peraltro lo scorso venerdì ci ha mandato i Vigili urbani per un sopralluogo, si ispira «ai monumenti della città, interpretati in chiave contemporanea attraverso un processo di astrazione e la sperimentazione di nuovi materiali, e rimanda a forme architettoniche tradizionali e riconoscibili, come colonne e basamenti».
Sarà, ma una spiegazione ci voleva.
L'autore è lo statunitense Gavin Kenyon, che la ha già installata al complesso Moma di New York. Ma qui si sa, siamo provinciali e malpensanti. E c'è chi vuole la sua rimozione, come qualche consigliere comunale e della terza Municipalità (dove ricade l'opera). Ma in fondo l'arte contemporanea assolve anche questa funzione, quella di provocare. E l'opera di Kenyon l'ha soddisfatta appieno.