Un fossile di 480 milioni di anni fa sta dando ai paleontologi nuove prospettive per un "mostro marino" chiamato anomalocaride, antenato degli artropodi moderni come le aragoste e gli scorpioni. Infatti il fossile lungo circa due metri rivela che l'animale estinto da tempo ha avuto due set di zampe, non uno solo, come pensato in precedenza. Aveva anche un sistema di filtraggio del cibo che probabilmente gli permetteva di consumare plancton.

La specie è stata chiamata Aegirocassis benmoulae dal nome del suo scopritore Mohamed Ben Moula, che aveva trovato il fossile nel sud-est del Marocco nel 2011.

Quando Peter Van Roy, paleontologo dell'università di Yale ha posto sul tavolo il fossile per la sua ripulitura, si è accorto che aveva due serie di alette su ogni segmento del corpo, il che indica che la creatura aveva due set di zampe, cosa che ha sorpreso lo studioso. Il fossile, con questa scoperta, ha aiutato i ricercatori a collocare l'anomalocaride all'interno dell'albero della famiglia degli artropodi, dandogli un nuovo punto di vista, dopo due secoli di interrogativi al riguardo.

Il primo anomalocaride fossile era stato identificato nel 19° secolo, ma la creatura era così strana, con la testa che somigliava a quella di una balena, appendici ispide ed un corpo segmentato ricoperto di alette, che alcune persone avevano pensato che il fossile fosse il risultato del ritrovamento di più fossili.

Lo A. benmoulae fossile mostra anche che l'animale aveva un apparato boccale filtrante, molto simile al sistema di fanoni della balena o ad una spugna. Al contrario di altri anomalocaridi di epoche precedenti che si pensava catturassero le prede con la loro testa spinosa, il che li faceva definire di fatto come feroci predatori.

Le grandi dimensioni dell'animale fanno pensare anche che a quei tempi ci fosse stata a disposizione un'ampia quantità di plancton.

La scoperta è sensazionale in quanto poco più di un decennio fa sarebbe stato assurdo pensare che artropodi di 500 milioni di anni fa avessero potuto raggiungere dimensioni di più di 2 metri di lunghezza, addirittura con alcuni punti di contatto con le balene di oggi.