Il solstizio d’inverno è quel giorno che segna l’inizio astronomico dell’inverno, quando cioè si presenta il giorno più corto dell’anno in termini di ore (8 ore e 55 minuti di luce solare); il termina solstizio infatti significa, dal latino “solstitium”, sole fermo, che sottolinea una apparente momentanea sosta del pianeta Terra durante la sua orbita attorno al sole.

Generalmente indicato come il 21 di dicembre, il solstizio d'inverno, oltre ad essere un momento dal significato scientifico ed astronomico, rappresenta un vero e proprio concentrato di curiosità legate alla tradizione popolare e alla storia dell’essere umano.

Il sole inverte il suo cammino

Uno dei fenomeni più curiosi legati al solstizio di inverno è quello in cui il sole sembra cessare di tramontare per fare una sosta nel cielo e cambiare totalmente rotta, iniziando così un processo di avvicinamento all’equatore terrestre dalla parte opposta riscontrata fino a quella data.

In realtà è la Terra che raggiunge una particolare inclinazione dell’asse di rotazione rispetto all’apparente percorso effettuato dal Sole in un anno.

Dal 21 di dicembre in poi, il giorno con la minore quantità di luce di tutto l’anno, le giornate quindi si allungano ma durante il solstizio si ha la improvvisa sensazione della scomparsa del sole, un fenomeno che nel passato ha creato vere e proprie leggende e credenze.

Il solstizio di inverno ovvero il Natale pagano

Gli antichi romani erano soliti riferirsi a questo periodo dell’anno con il termine di Sol invictus, un momento da celebrare solennemente e da cui potrebbe derivare l’origine pagana della festività del Natale.

Sempre nell’antica Roma tutto il periodo a cavallo del solstizio di inverno, vale a dire tra il 17 e il 23 di dicembre, rappresentava un’occasione ghiotta per banchetti e sacrifici nella quale si ribaltavano, simbolicamente insieme al ribaltamento del percorso del Sole, tutti i ruoli del tessuto sociale.

I Saturnali, le feste in onore del dio dell’agricoltura Saturno, prevedevano che gli schiavi diventassero i padroni e potessero così riscattarsi, anche solo per un breve periodo, dalla condizione in cui vivevano durante tutto il corso dell’anno.

Venivano scambiati piccoli doni come candele di cera colorata, dadi e perfino animali domestici, un po’ come accade nel Natale che conosciamo.

E infine una curiosità a molti sconosciuta: il solstizio di inverno non è per forza il 21 di dicembre, basti pensare che nel 2015 è stato il 22.

Il calendario gregoriano che utilizziamo è fatto di 365 giorni, ben diverso da quello siderale, basato cioè sul periodo orbitale della Terra e composto esattamente da 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 10 secondi.

Questo implica che ogni anno vengono perse più di 6 ore, recuperate ogni 4 anni dall’aggiunta di un giorno al mese di febbraio, che determina il cosiddetto anno bisestile e che fa sì che il solstizio avvenga il 22 di dicembre anziché il 21.