In queste ore tutta la penisola italiana sta subendo forti nevicate provenienti dalla zona artica che proseguiranno fino a fine settimana, interessando tutta la linea adriatica, fino al Sud compreso il Salento.

2017 fresco, ma biennio 2018-2020 caldissimo

Passato questo inverno, secondo il Servizio Meteorologico del Regno Unito, Met Office, il 2017 sarà un altro anno caldo o mite, ma sicuramente non come lo sono stati il 2014, il 2015 e il 2016 (gli anni più torridi mai registrati dal 1850). Secondo l'ente britannico, l'elemento di spicco sarà l'assenza del El Nino (o El Niño), il fenomeno che ha contribuito a rendere il 2016 l'anno più caldo della storia.

Secondo questi studi effettuati, la temperatura globale nel 2017 dovrebbe essere di 0.75°C oltre la media 1961-1990, a differenza dei +0.84°C registrati nell'anno corrente: a rafforzare questa stima precedente su un 2017 molto caldo a livello globale è stato l'utilizzo del nuovo supercalcolatore del Met Office.

Nel 2017, con la fine del Niño e la possibile attivazione della Niña (la sorella fredda di El Nino) che raffredda il Pacifico tropicale centro-orientale, possiamo essere abbastanza certi che ci sarà un calo delle temperature. In seguito, “se il 2018, 2019 e 2020 supereranno il 2016, è difficile dirlo adesso“, ha spiegato Smith. Dipenderà da una serie di variabili ma, ha ribadito, “il trend generale del global warming va verso l’alto“.

Perciò prende più piede la teoria per cui i prossimi anni dal 2018 al 2020 il termometro potrebbe riprendere a salire.

Statistiche e riscaldamento globale

Il 2010, seguito da 2005 e 1998, è stato l’anno più caldo da quando si effettuano misurazioni scientifiche globali (dal metà Ottocento ad oggi), come anche il decennio 2001-2010.

Il riscaldamento è stato particolarmente forte in Africa, in alcune aree dell'Asia e dell'Artico, con un rialzo termico tra 1,2 e 1,4 gradi rispetto alla media storica. Stando alle rilevazioni del nationalgeographic.it della scorsa estate, la calotta polare è risultata pari a 11,1 milioni di chilometri quadrati, segnando una riduzione del 5% rispetto al precedente minimo del 2004 e addirittura del 12% rispetto al valore medio di 12,7 milioni degli ultimi trent'anni, relativamente allo stesso periodo.