L'incubo continua a Fukushima Daiichi. Dopo sei anni dal disastro tsunami, le elevate radiazioni riscontrate sul reattore n. 2 preoccupano a dismisura la Tepco, la società proprietaria della centrale nucleare. Si tratta di un valore radioattivo inimmaginabili, addirittura 7 volte superiori rispetto a quel tragico 11 marzo 2011. In effetti, le rilevazioni hanno raggiunto i 530 siervet/ora, contro i 73 di qualche settimana fa. Notare che l'esposizione a quattro soli siervet/ora potrebbe uccidere una persona in meno di un mese. Secondo le valutazioni effettuate dai tecnici della Tokyo Electric Power Company, si è creato un foro di due metri all'interno del reattore.

Dal filmato effettuato si intravede della materia nera e solida, presumibilmente si tratta di pericolosi resti della fusione del nucleo.

“Anche i robot muoiono”

Mai così alto. Il livello di radiazione è tale che non potrebbero sopravvivere neanche i robot pensati per i controlli. Radiazioni talmente alte da considerare molto lontana la fine dei lavori, che ora si calcola in 40 o 50 anni e a un prezzo esorbitante. -”Un disastro ambientale inimmaginabile”- lamenta Greenpace. Mentre Hiroshi Miyano, docente dell'Università Hosei, ribadisce la seria preoccupazione assicura che se la misurazione fosse certa, starebbe ad indicare che le barre di materiale cercate invano dai robot “disintegrati” non sarebbero immerse nell'acqua.

Intanto, il prossimo mese di marzo saranno inviati nuovi robot nel tentativo di trovare i resti di uranio.

Filmati inquietanti

Il reattore numero 2 della centrale nucleare di Fukushima, è in fase di smantellamento dopo il terremoto di magnitudo 9 e il successivo tsunami che provocò più di 15mila vittime accertate, 5mila dispersi a causa della fusione dei noccioli dei reattori 1, 2 e 3.

Un disastro peggiore rispetto all'incidente nucleare di Chernobyl nel 1986, che ha distrutto buona parte della prefettura orientale giapponese. I nuovi filmati realizzati con una telecamera resistente ai siervet registrati ha mostrato al mondo intero un inquietante e offuscato scenario, giacché la stessa non potrebbe rimane per più di due ore all'interno del reattore. Le potenti radiazioni “mangerebbero” letteralmente i circuiti elettrici.