Nonostante non abbia aderito all'Unione Europea, la Svizzera dà lezioni green al mondo, rinunciando alla costruzione di nuove centrali nucleari. Ora tocca al governo di Berna incentivare gli investimenti e le aziende produttrici di energia pulita, costruire infrastrutture ad hoc per coprire l'esigenze industriali e domestiche della Confederazione elvetica. Ovviamente la popolazione non vuole che ora il governo aumenti le Tasse sugli impianti green. Tuttavia l'approvazione del referendum con circa il 60 per cento è stata una vittoria dei partiti favorevoli a una diminuzione del consumo dell'energia tradizionale.

Intanto la Corea del Nord amplia l'arsenale nucleare

Eppure, come gli italiani l'anno scorso riguardo ai giacimenti di petrolio in mare, gli elvetici avevano bocciato un referendum che prevedeva lo smantellamento delle centrali atomiche entro il 2029. Questo mentre la Corea del Nord amplia il suo arsenale nucleare. In Italia al referendum si evocavano disastri remoti nel Mediterraneo, che tuttavia capitano ma sono frutto del caso.

Dopo il voto referendario i cinque impianti attuali in Svizzera, che pur soddisfano le norme di sicurezza, chiuderanno nel giro di una trentina di anni. Oltre alla sicurezza e alla tutela ambientale, il problema delle amministrazioni governative sono le infrastrutture e la fiscalità.

In questi campi la Svizzera è più organizzata che altri Stati.

Certamente ne giova il risparmio energetico e l'ambiente, ma gli svizzeri devono abituarsi ad utilizzare energia alternativa e rinnovabile, nel consumo domestico e negli spostamenti in auto, come avviene in Scandinavia, all'avanguardia in questo campo.

Necessità di tecnici specializzati

Non bastano più i semplici operai ma sono necessari consulenti e tecnici specializzati specializzati per garantire la manutenzione e il controllo qualità dei pannelli eolici e solari, delle colonnine e delle centraline di ricarica per le batterie deil'auto elettrica, da posizionare su strade e autostrade.

Si deve sopperire alla scarsità di risorse idroelettriche svizzere. D'altronde gli elettori hanno dimostrato di fidarsi del know how delle aziende produttrici di energie rinnovabili e in un futuro green della Confederazione.

I passi della green economy elvetica per raggiungerlo saranno più lenti, ma più calibrati di quelli degli altri Paesi della Ue per cui gli accordi di Parigi hanno posto una dead-line alla decarbonizzazione per il 2020. Precauzioni che eviteranno il sovraccarico della rete dei Cantoni.

Positivo per il rinnovamento energetico del pianeta è che l'opinione pubblica abbia dimenticato i disastri di Cernobyl una trentina di anni fa in Unione Sovietica e di Fukushima in Giappone nel 2011.