La fine dei dinosauri ebbe luogo ben 65 milioni di anni fa, per motivi non ancora confermati, rispetto ai quali si fanno supposizioni circa eventuali cadute di meteoriti o cambiamenti climatici. Oggi il nostro pianeta sta avvicinandosi pericolosamente ad una nuova estinzione di massa, che sarebbe la sesta dacché la vita è comparsa sulla Terra. Sapevamo già del problema della diminuzione della biodiversità, che si calcola basandosi sulle specie vegetali ed animali estinte, ma pare che la situazione sia più grave delle previsioni.

La riduzione delle popolazioni di animali, infatti, si è rivelata vertiginosa, ed alcune specie sono vicinissime al rischio estinzione, poiché il numero degli esemplari si è dimezzato in tutto il pianeta.

L'allarme è stato lanciato da una ricerca di biologi appartenenti all'Università di Stanford, che hanno pubblicato le conclusioni delle loro indagini sulla "Pnas", la rivista dell'Accademia delle scienze americana. Il lavoro degli studiosi è stato coadiuvato dall'Università nazionale messicana, sempre sotto la direzione del professor Paul Ehrlich, biologo di Stanford. Questi, come ricorda lo zoologo italiano Maurizio Casiraghi, è stato uno dei primi a focalizzare l'attenzione mondiale sul rischio di un'estinzione di massa, che sarebbe già iniziata intorno agli Sessanta. Allora l'ipotesi fu accolta tiepidamente, ma le nuove ricerche offrono dei dati inconfutabili che dimostrano come il calo continuo delle specie sia, purtroppo, divenuto un inizio di estinzione totale di alcuni esemplari.

Il monitoraggio dei numeri

La ricerca si è basata sull'osservazione di un campione enorme di specie di volatili, anfibi, rettili e mammiferi, ben 27.600 gruppi che rappresentano la metà di tutte le varietà note di vertebrati terrestri. Inoltre è stata analizzata minuziosamente la perdita di individui su 177 specie di mammiferi in un lasso di tempo che va dal 1900 al 2015.

Esaminando la grande mole di dati raccolti, è stato dimostrato che più del 30% delle specie si sta riducendo, sia per quanto concerne il numero di individui sia per l'espansione geografica.

Sono soprattutto i mammiferi ad aver perduto il 30% dell'estensione geografica, riducendo perciò gli ecosistemi in cui vivono, mentre oltre il 40% degli animali ha subito gravi perdite di popolazione.

Ciò significa che altre specie sono destinate all'estinzione, così come spariranno gli ecosistemi naturali che hanno permesso all'uomo di colonizzare l'intero pianeta. La nostra civiltà dipende tantissimo dalla sopravvivenza dell'intera fauna.