Recentemente il mensile "Il Salvagente" ha effettuato alcuni test circa la presenza di pesticidi nei prosecchi prodotti nel Veneto ed ha riscontrato nella maggioranza dei casi un quantitativo, seppur nei limiti di legge, troppo elevato per essere sicuro per la salute. Il commento dei politici, tra cui Andrea Zanoni del Pd, ha coinvolto il governatore del Veneto Zaia, che dovrebbe preoccuparsi dei dati emersi e agire di conseguenza. Sono 12 i marchi di prosecco analizzati dal mensile e nessuno di essi è risultato privo di sostanze chimiche, anche se il residuo di pesticidi non supera il limite imposto dalla legge.

Ogni etichetta conterrebbe sei pesticidi di media ma spesso sono presenti anche fungicidi, tra cui il folpet. Quest'ultimo, un fungicida appartenente ai Tioftalimmidi, è usato molto in viticoltura perchè agisce contro diversi funghi come la Peronospora, la Muffa grigia e altri. Il fitofarmaco inibisce la divisione cellulare delle spore ma non crea problemi alla vite, purtroppo però è tossico ed è un sospetto agente cancerogeno nell'uomo, per questo è vietato in agricoltura bio.

I numeri dei pesticidi

Secondo un'indagine del WWF nel 2016 sono state vendute quasi 17mila tonnellate di pesticidi soltanto in Veneto. Il record è detenuto dalla provincia di Treviso che ha acquistato ben 4mila tonnellate e la zona è proprio la patria del prosecco.

La produzione del famoso vino è raddoppiata negli ultimi anni, in parallelo con l'aumento della quota di pesticidi nelle acque. Il Veneto ha il 90% delle acque superficiali contaminato dai pesticidi, così come il Piemonte, e questo non è un bel biglietto da visita per chi produce alimenti dal terreno. Il rischio per la salute è alto e i consumatori non hanno reagito bene alla notizia.

Il prosecco è il fiore all'occhiello dell'attività agroalimentare veneta ed è anche ai primi posti in materia di esportazione, per cui la Regione Veneto dovrebbe iniziare a progettare una riconversione della viticoltura, per passare al più accettato biologico.

Perchè si usano

Il limite massimo di residuo, o Lmr, è il massimo dosaggio consentito per ogni pesticida in un alimento e i vini testati singolarmente non lo superano.

Ma non sono l'unico alimento contaminato che il nostro organismo assorbe quotidianamente. Purtroppo nel nostro fegato le scorie si accumulano e determinano l'insorgenza di patologie serie, dalla riduzione della risposta immunitaria al cancro. Perchè allora si continuano ad usare sostanze tossiche? I produttori convenzionali sostengono che non se ne possa fare a meno dal momento che le piante non trattate risultano meno resistenti, mentre i coltivatori del biologico affermano che i vigneti coltivati senza pesticidi sono salutari e che i trattamenti servano solo per semplificare le procedure di coltivazione.