Il supervulcano dei Campi Flegrei si sta ricaricando lentamente. Il noto complesso vulcanico del napoletano è entrato in un nuovo ciclo di attività dicono gli esperti, ma non è possibile stabilire se in futuro ci sarà un'unica grande eruzione o tante e piccole, come quella avvenuta nel 1538, i cui danni non si spinsero oltre al chilometro di distanza. Le variazioni della caldera sono state evidenziate da una ricerca pubblicata sulla nota rivista scientifica Science Advances dal titolo 'Long-term magmatic evolution reveals the beginning of a new caldera cycle at Campi Flegrei'.

Lo studio è stato condotto da Francesca Forni dell'Institute of Geochemistry and Petrology di Zurigo, Wim Degruyter della School of Earth and Ocean Sciences di Cardiff, Olivier Bachmann dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia della e da Gianfilippo De Astis e Silvio Mollo del Dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza di Roma.

Lo studio sul supervulcano

Lo studio è stato condotto analizzando campioni di rocce magmatiche di 23 eruzioni dei Campi Flegrei avvenute in 60mila anni. Come riportato dall'Ansa, i ricercatori sono convinti che le eruzioni del supervulcano siano cicliche: 39mila e 16mila anni fa ci furono due eruzioni isolate che portarono allo sprofondamento del suolo flegreo e alla modifica della camera magmatica, la cui struttura divenne molto complessa.

In seguito i Campi Flegrei entrarono in una seconda fase, scandita da piccole e frequenti eruzioni, come quella che portò alla formazione del Monte Nuovo. Queste sono dovute a delle piccole tasche di magma che sono rimaste intrappolate negli strati superficiali della crosta terrestre. Attualmente il supervulcano sarebbe nella fase di lenta e progressiva ricarica da cui potrebbe derivare in futuro un'eruzione imponente.

La valenza scientifica di queste analisi

In ogni caso gli scienziati tendono a precisare che appare improbabile che si verifichi un'eruzione nel breve periodo dei Campi Flegrei. Inoltre, l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) tende a precisare che lo studio ha unicamente una valenza scientifica. A riprova di questo il livello di allerta rimane arancione ("Attenzione"), grado che venne elevato nel 2012 dalla Protezione Civile. Da segnalare anche che nelle ultime ore il Mar Mediterraneo è stato protagonista di altri eventi sismici scaturiti in parte dallo scivolamento della placca Africana sotto quella Euroasiatica.