Oumuamua, che tradotto dalla lingua hawaiana vuol dire “messaggero da lontano che arriva per primo”, è stata avvistata dal telescopio Pan-STARRS-1 fra il 21 e il 22 novembre del 2017. All'epoca, l'oggetto si trovava a 0.25 Unità astronomiche da noi (AU). Il visitatore inaspettato arrivava dalla stella Vega, ovvero l'astro più luminoso della costellazione della Lyra, situata a 25 anni luce da noi (ovvero 236 trilioni di chilometri). L'oggetto spaziale viaggiava ad una velocità di 328 km/s e non è stato molto semplice individuarlo con le apparecchiature di cui disponiamo, per via di alcune delle sue caratteristiche fisiche che non permettevano agli scienziati di studiarlo approfonditamente.

Ieri, 14 novembre, Sull'Astronomical Journal, è stato pubblicato un articolo dal titolo “Spitzer Observations of Interstella Object 1l/Oumuamua”, firmato: David E. Trilling, Michael Mommert, Joseph L. Hora, Davide Farnocchia, Paul Chodas, Jon Giorgini, Howard A. Smith, Sean Carey, Carey M. Lisse, Michael Werner, Andrew McNeill, Steven R. Chesley, Joshua P. Emery, Giovanni Fazio, Yanga R. Fernandez, Alan Harris, Massimo Marengo, Michael Mueller, Alissa Roegge, Nathan Smith, H. A. Weaver, Karen Meech, Marco Micheli. Un numero impressionante di autori, insomma, per provare a spiegare il perché Oumuamua non rispettasse le leggi di Keplero, facendosi beffe del moto gravitazionale. Ripercorriamo brevemente la storia del misterioso oggetto spaziale, partendo dalle ipotesi che lo vedevano come una vela extraterrestre, inviata da qualche popolazione aliena tecnologicamente avanzata, fino ad approdare alle ultime teorie, che si propongono di fornire spiegazioni i suoi cambiamenti di direzione anomali.

Caratteristiche di Oumuamua e l'ipotesi aliena

I pochi dati che gli scienziati sono riusciti a collezionare su Oumuamua, potrebbero far pensare che l'oggetto spaziale sia a forma di sigaro, di colore leggermente rossastro e non più lungo di mezzo chilometro. L'oggetto viaggiava a 328 chilometri al secondo, accelerando e decelerando in modo decisamente non gravitazionale.

I cambiamenti di direzione apparentemente inspiegabili e le caratteristiche di Oumuamua, non combaciavano con quelli di un asteroide, dalla forma più arrotondata e neanche con quelli di una cometa. Quindi, cosa poteva essere questo oggetto spaziale che attualmente si trova ancora nel nostro Sistema Solare? Oumuamua attualmente si trova nei pressi dell'orbita di Saturno, dove nessuno dei nostri telescopi può più vederlo.

Inizialmente Shmuel Baily e Abraham Loeb, due chiarissimi astrofisici della Harvard Smithsonian Center for Astrophysics, proposero l'anno scorso l'ipotesi che potesse trattarsi di un oggetto tecnologico costruito da qualche civiltà aliena molto avanzata. Il loro articolo venne accettato per la pubblicazione sulla rivista scientifica Astrophysical Journal Letters. In poche parole la loro ipotesi era quella che vedeva Oumuamua essere una vela aliena, la parte restante di qualche astronave dispersa nell'immensità galattica. Nel loro articolo citarono anche l'ipotesi che potesse trattarsi di qualche oggetto inviato nel nostro Sistema Solare per studiarci.

Benché l'ipotesi abbia affascinato i cacciatori di alieni e l'intera comunità scientifica, ieri è stata pubblicata un'altra ricerca, che non prende in considerazione l'ipotesi extraterrestre.

L'articolo dell'Astronomical Journal

L'articolo, pubblicato sulla rivista The Astronomical Journal, come detto in precedenza, non prende in considerazione l'ipotesi aliena. Benché gli autori sottolineano che si potrà chiarire solamente in futuro che cosa siano oggetti simili a Oumuamua, molto probabilmente i responsabili dei cambiamenti di direzioni sono dei gas fuoriusciti dalla sua superficie.

L'oggetto viaggiando nell'universo è soggetto a continui cambi di temperatura, dettati presumibilmente dalla vicinanza dalle stelle. In prossimità del nostro Sole la coltre di neve e ghiaccio presente su oggetti di questo tipo potrebbe sciogliersi, liberando i gas presenti al suo interno, che potrebbero spingere l'oggetto spaziale in direzioni diverse da quelle dettate dalle leggi di Keplero. La Nasa ha fornito un modello, pubblicato sul suo sito web, di come i gas potrebbero muovere Oumuamua.