Nonostante la legge nazionale non lo permetta, la giunta regionale di Maroni, nel 2017, aveva provato ad aumentare i concimi prodotti dai depuratori fognari. A quel punto alcuni sindaci del territorio si erano messi insieme per combattere, a livello legale, una normativa dannosa sia per gli abitanti che per il territorio. Una battaglia che i primi cittadini vinsero grazie al ricorso al Tar. Oggi le leggi in materia di fanghi sono cambiate nuovamente a causa del Decreto Genova, facendo così, su un registro ambientale, un ulteriore passo indietro.

Contesa legale tra sindaci e Regione

Grazie all'unione di 57 sindaci, di cui 31 della provincia di Pavia e 26 della provincia di Lodi, il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso della Regione Lombardia sulla questione "fanghi agricoli". Tutta la vicenda iniziò con la giunta Maroni, che l'11 Settembre 2017 approvò l'attuazione della delibera che legittimava un innalzamento, per 200 volte, dei limiti degli idrocarburi presenti nei fanghi per l'agricoltura. Sette mesi dopo, il 6 Aprile 2018, i sindaci si erano rivolti al Tar chiedendo l'annullamento della scelta effettuata dalla Regione. Dopo un anno e mezzo di contese legali, i sindaci ne escono vincitori e la loro è una vittoria soprattutto per l'ambiente, vediamo il perché.Occorre partire dal presupposto che per legge attuale, superati i 550 milligrammi per kilo di idrocarburi, contenuti nei concimi fognari prodotti dai depuratori, vige l'obbligo di scaricamento nei rifiuti tossici.

La nuova normativa proposta dalla regione, invece, pretendeva di alzare la soglia a 10mla per kilo. Questi concimi passano dai campi e arrivano poi, dunque, sulle nostre tavole.

Dopo la sentenza del Consiglio di Stato i sindaci hanno potuto esultare. I primi cittadini, infatti, dichiarano soddisfatti che la vittoria è soprattutto degli abitanti e del territorio lodigiano e pavese:"E' una vittoria a tutela del territorio e della salute dei cittadini pavesi e lodigiani".

Un passo indietro sulla normativa riguardante i fanghi

Questa legislatura non sembra poi fare molto per le tematiche legate all'Ambiente, nonostante è stato un anno in cui le piazze si siano riempite di giovani che hanno manifestato per l'ambiente, grazie ai vari Friday for Future lanciati da Greta Thunberg. Non è passato nemmeno un anno da quando i comuni hanno avuto un'audizione a Roma col ministro dell'ambiente Sergio Costa, eppure non è ancora cambiato niente sulla questione dei fanghi.

Il nuovo "Codice Ambiente" doveva infatti constare di normative più equilibrate in materia di fanghi, peccato che non sia però mai stato avviato. Ciò che è stato avviato, invece, è il "Decreto Genova", in cui si può leggere una norma che sblocca lo spandimento dei fanghi a 1 grammo di idrocarburi per ogni chilo - raggiungendo quindi la metà della quantità voluta dalla delibera 70/76 approvata dalla giunta di Maroni e poi rimossa grazie al ricorso al Tar da parte dei sindaci - e innalzando dunque il limite dei 50 milligrammi permessi dalla legge in vigore a livello nazionale. Un passo indietro, dunque, nella salvaguardia dell'ambiente.