Il ritrovamento di colonie di microbi all'interno di rocce vulcaniche situate nei fondali dell'Oceano Pacifico fa ipotizzare che anche su Marte possa esistere - o essere esistita in passato - una qualche forma di vita extraterrestre.

Il programma per lo studio delle rocce vulcaniche oceaniche, condotto dal team del ricercatore Yohey Suzuki dell'Università di Tokyo, ha permesso di approfondire gli studi e di identificare dei misteriosi microrganismi terrestri in grado di sopravvivere in condizioni estreme, molto simili a quelle presenti sul pianeta rosso.

I microbi sono stati rinvenuti nelle crepe formatesi nelle rocce, sotto la superficie del fondale dell'Oceano Pacifico meridionale, in un'area marina tra la Nuova Zelanda e Tahiti.

La formazione dei batteri nelle rocce oceaniche

Le colonie di microbi presenti negli strati rocciosi sotto il fondale oceanico si formano, nel corso di milioni di anni, a seguito dell'attività di eruzione dei vulcani sottomarini. La lava, che raggiunge temperature fino a 1.200 gradi Celsius, entrando in contatto con l'acqua fredda marina, si raffredda trasformandosi in roccia fessurata.

Queste fratture rappresentano un habitat ideale per la nascita di forme di vita. Infatti, all'interno di queste piccole crepe si deposita dell'argilla che facilita la proliferazione dei microbi.

Questi ben presto colonizzano la roccia fino a formare estese colonie che continuano a moltiplicarsi.

Studio sulle rocce vulcaniche

Da dove provengono i campioni rocciosi che hanno permesso la ricerca scientifica? Il programma per lo studio dei fondali marini, denominato Integrated Ocean Drilling Program (IODP) è terminato nel 2013 per poi essere ripreso dall'International Ocean Discovery Program che è andato avanti nelle ricerche.

Oltre ai reperti analizzati dal professor Suzuki, sono state studiate rocce vulcaniche provenienti dal Pacifico nord-occidentale. In questo caso si trattava di rocce vulcaniche ancora giovani, quindi in grado di innescare con maggior facilità le reazioni chimiche necessarie per la proliferazione microbica.

Ciò che rende sorprendente la recente scoperta del ricercatore Yohey Suzuki è il ritrovamento dei microbi all'interno di rocce vulcaniche fredde, quindi in condizioni di sopravvivenza estrema.

Il mistero è come questi microrganismi riescano a sopravvivere in un numero così elevato in un ambiente tanto ostile. Questo risultato ha fatto ipotizzare allo scienziato che si possano trovare forme di vita anche su Marte.

L'ipotesi della vita su Marte

Lo scienziato dell'Università di Tokyo, il cui studio è stato pubblicato recentemente su Communications Biology, è rimasto sbalordito dall'enorme quantità di microbi riscontrata nelle rocce studiate, arrivando ad ipotizzare che una situazione simile si sia potuta creare anche su Marte. La superficie del pianeta rosso, infatti, presenta fasce vulcaniche simili a quelle della Terra ed è ormai risaputo che anticamente il pianeta ospitasse luoghi ricoperti d'acqua.

Seguendo il nesso logico degli studi sulle rocce terrestri, lo scienziato ipotizza che, nel momento in cui il campo magnetico su Marte è collassato, lasciando il suolo desertico, una parte dell'acqua presente si sia potuta infiltrare in profondità attraverso le fessure delle rocce vulcaniche. Se così fosse, secondo gli scienziati, potrebbe essere possibile la presenza di colonie di microbi anche sul pianeta rosso. Secondo la studiosa dell'Università del Nevada, la professoressa Arya Udry, i basalti oceanici di Marte sono molto simili a quelli della Terra. Inoltre, alcuni dei microbi rinvenuti nelle rocce del Pacifico meridionale si nutrono di metano, e questo gas è presente anche sul pianeta rosso.

La prossima missione sul suolo marziano vedrà come protagonista il rover Perseverance della Nasa. La zona scelta per l'atterraggio è nei pressi di un cratere ricco di argilla e si punterà alla raccolta di campioni di roccia da inviare sulla Terra. Il progetto prevede una stretta collaborazione tra la Nasa e l'Esa, Agenzia Spaziale Europea.

Quando si pensa alla vita extraterrestre, inevitabilmente viene in mente Marte che, in effetti, è diventato la principale fonte di studio degli scienziati per la vita aliena. Del resto, questo pianeta ha caratteristiche simili a quelle della Terra, come il periodo di rotazione, le calotte polari o l'inclinazione dell'asse di rotazione.

Il pianeta rosso da sempre appassiona schiere di scrittori e registi, prova ne è la vastità di materiale nella letteratura fantastica, nei romanzi, film e cartoni animati, che negli anni hanno preso il suolo marziano come possibile habitat di forme di vita extraterrestri.