L'immaginario comune pensa al suolo di Marte come a un terreno arido e secco, ma gli ultimi dati in arrivo dallo spazio hanno confermato tutt'altro: non solo su Marte ci sarebbe acqua, ma ce ne sarebbe moltissima e in luoghi inaspettati.

La ricerca sul pianeta sta proseguendo grazie agli studi che la Nasa sta portando avanti attraverso il radar italiano Sharad. Quest'ultimo sta monitorando tutta la superficie del pianeta rosso e creando una mappa dettagliata delle sue risorse idriche.

Marte, scoperta la presenza di bacini di ghiaccio

La sonda del radar gestito dall'ingegnere Bernardini ha individuato numerosi bacini di acqua ghiacciata dislocati in più parti del pianeta.

L'acqua è una risorsa molto interessante quando si parla dello spazio e il fatto che questa sia stata trovata in quantità così abbondanti, fa ben sperare i ricercatori per l'esplorazione futura. La mappatura, portata a termine dalla sonda spaziale, ha messo in luce la presenza di ben 400 mila chilometri cubici di ghiaccio, distribuiti non solo sulle calotte polari, ma a latitudini molto interessanti per i ricercatori.

Sebbene si tratti di acqua ghiacciata, i dati riferiscono che circa il 90% di questi ghiacci siano composti da acqua "pura" e ricoperti da strati di detriti spessi almeno una decina metri; ma a essere ricca di acqua ghiacciata non sarebbe solo la superficie del pianeta rosso, ma anche le sue profondità.

Il radar, infatti, ha individuato la presenza di ghiaccio misto a terra fino a circa 40 metri sotto la superficie marziana.

L'ESA alla scoperta della superficie rocciosa del pianeta rosso

La presenza di una risorsa così importante per la ricerca nello spazio, sarà la prossima sfida per l'uomo nell'esplorazione del pianeta. Sono già previste nel prossimo futuro altre missioni che riporteranno le sonde umane sul suolo marziano.

L'obiettivo di una di queste, chiamata Earth Return Orbiter, è quello di recuperare alcuni campioni di rocce da analizzare alla scoperta di una qualche forma di vita passata.

Si tratta del progetto europeo dell'ESA (Agenzia Spaziale Europea), che dovrebbe prendere il via entro il 2026. La missione prevede la raccolta di almeno 500 grammi di rocce dalla superficie di Marte, nella zona del cratere di Jezero che un tempo ospitava un lago.

Una volta raccolti, i campioni verranno selezionati accuratamente dal rover Mars 2020 della Nasa e conservati in attesa di essere recuperati e riportati sulla Terra con un viaggio di ritorno di circa 13 mesi.

Come affermato dal coordinatore della Mars Sample Return, Sanjay ViJendran, la missione ha tutte le carte in regola per restare nella storia dell'umanità. È lo scienziato stesso a definirla come "una caccia al tesoro interplanetaria".

In attesa di vedere il lancio della missione europea, ci attendono ben altre quattro missioni nei prossimi anni che renderanno Marte sempre meno misterioso. La prima è prevista in occasione del prossimo allineamento di Marte con la Terra, che vedrà la migliore situazione per il lancio di Mars 2020 della Nasa, previsto per luglio 2020.