Marte continua a stupire. Dopo l'inaspettata scoperta della presenza di acqua sotto forma di ghiaccio, ecco arrivare dalla Nasa Curiosity un'altra notizia pronta a destare la curiosità di molti, ovvero un aumento delle concentrazioni di ossigeno nella zona vicino al cratere Gale.

Il rover della Nasa continua i rilevamenti

La notizia ha destato ovviamente stupore negli scienziati, i quali erano già a conoscenza della presenza di ossigeno nell'atmosfera del Pianeta Rosso e di una maggiore concentrazione proprio nella zona di studio del rover della Nasa.

Quello che a tutt'oggi è ancora inspiegabile è la ragione della variazione nella concentrazione di questo elemento in questa zona della superficie marziana.

Il fenomeno non sembra avere nulla a che vedere con le reazioni che avvengono nell'atmosfera, infatti è allo studio il suolo, che potrebbe riservarci qualche sorpresa. Secondo gli scienziati la causa potrebbe essere riferibile a qualche microorganismo che abita il suolo di Marte o comunque a cause geologiche.

Gli scienziati stanno analizzando i risultati delle rilevazioni di Nasa Curiosity, mentre il fenomeno che si manifesta sulla superficie di Marte inizia a stuzzicare la fantasia di chi vorrebbe vederlo collegato a presumibili tracce di vita aliena.

Secondo il laboratorio di Nasa Curiosity SAM (Sample Analysis at Mars), sappiamo che l'atmosfera di Marte è composta quasi totalmente da anidride carbonica (95%), azoto molecolare (2,6%), argon (1,9%), da una piccola parte di ossigeno molecolare (0,16%) e infine da monossido di carbonio (0,06%).

Dopo anni di studi e osservazione delle variazioni di concentrazione dei vari componenti, gli esperti sono giunti alla conclusione che le variazioni di alcuni elementi sono normali e prevedibili.

Per quanto riguarda l'ossigeno, invece, resta inspiegabile un aumento fino al 30% durante la stagione marziana che corrisponde alla primavera-estate, concentrazione che ritorna alla normalità durante l'autunno.

Gli scienziati fanno le prime ipotesi

L'ipotesi di una reazione chimica tra anidride carbonica e acqua è stata una delle prime ad essere valutata, ma è stata subito scartata a causa dell'esigua quantità di acqua presente su Marte.

La riduzione della quantità di ossigeno non può essere attribuita alle radiazioni solari, in quanto il fenomeno della variazione di concentrazione di ossigeno dal livello più alto a quello più basso necessiterebbe di un decennio.

L'ipotesi dell'origine microbica non è ancora escludibile, infatti i sistemi di rilevazione di Nasa Curiosity non sono in grado di distinguere la differenza tra una origine biologica o geologica degli elementi analizzati. In attesa di una risposta, il fenomeno osservato su Marte per il momento resta avvolto nel mistero.