Il vulcano Grímsvötn, il più attivo dell'Islanda secondo l'Ufficio Meteorologico islandese sarebbe in procinto di eruttare. L'ultima eruzione è avvenuta nel 2011. A sottolineare la prossimità dell'evento Melissa Anne Pfeffe alla guida dell'Ufficio Meteorologico islandese. Secondo Pfeffer, il Grímsvötn starebbe subendo una 'inflazione', ovvero un rigonfiamento del terreno dovuto al magma. Gli alti livelli di gas magmatici rappresenterebbero dei preparativi per un’evento che, pur restando imprevedibile, potrebbe verificarsi entro le prossime settimane o mesi.

Gli esperti: 'L'eruzione non dovrebbe destare preoccupazione'

Se l'eruzione del vulcano Eyjafjöll nel 2010 ha causato la formazione di un'enorme nuvola di fumo, con oltre 100.000 voli cancellati e otto milioni di passeggeri bloccati, la possibile eruzione del vulcano Grímsvötn sembrerebbe non destare la stessa preoccupazione. Così come nove anni fa, pur durando diversi giorni, la sua attività dovrebbe bloccare solo un numero limitato di spostamenti aerei (nel 2011, furono 900 i voli cancellati). Ancora non vi sono certezze, invece, in merito alla tipologia di eruzione alla quale si potrebbe assistere. Uneventuale esplosione, tramite la calotta di ghiaccio, porterebbe al rilascio di grandi quantità di cenere.

Non è escluso però si possa trattare di un'eruzione di lava, nel caso in cui il magma riuscisse ad uscire dalla calotta.

Islanda, sismi di magnitudo cinque avvertiti sull'isola

Oltre all'eruzione del vulcano, il territorio islandese è famoso, in generale, per la sua importante attività sismica. Un'attività che si è verificata in questi giorni anche, sulla parte settentrionale della costa, di terremoti di magnitudo cinque della scala Richter.

Uno di questi è stato sentito fino a Reykjavík, la capitale, situata a 265 chilometri di distanza. Secondo l'Istituto meteorologico islandese, l'epicentro di questo "sciame" sismico, che dovrebbe continuare nei prossimi giorni, si trova a 20 chilometri da Siglufjördur, un piccolo villaggio di circa 1.200 persone sulla costa nord Islandese, a poche decine di chilometri da Akureyri, la seconda città più grande dell'Islanda con quasi 20.000 abitanti.

Nessuno di questi eventi ha causato feriti, né sono stati riportati danni gravi alle strutture del luogo. I motivi di questi costanti terremoti vanno ricercati nella presenza di una faglia geologicamente attiva, situata nella zona di frattura di Tjörnes. Quest'area, infatti, nasce al di sopra di una serie di zone tettoniche e vulcaniche in movimento. Un evento simile a quello di questi giorni è stato già vissuto dalla popolazione del posto a cavallo tra il 2012 ed il 2013. Per trovare Il terremoto più intenso, avvenuto nell'isola Islandese, bisogna risalire al 1755. Gli studiosi hanno infatti scoperto che, durante il diciottesimo secolo, questa terra fu particolarmente martoriata dalla presenza di terremoti con scosse di magnitudo sette della scala Richter.