È stato ritrovato un esemplare di pesce tropicale sulla spiaggia di Santa Marinella a Roma: si tratta di un pesce istrice lungo circa 60 centimetri. Denominato anche pesce porcospino punteggiato, il suo ritrovamento è stato possibile grazie alla segnalazione di un pescatore. È la seconda volta che viene segnalata la sua presenza: infatti la prima volta è stato avvistato nelle acque dell'isola di Sant'Antioco (Sardegna) nel lontano 2008.
La campagna di Ispra e CNR 'Attenti a quei 4!'
Una campagna di sensibilizzazione che è cominciata negli anni '90 del secolo scorso, quando tra i ricercatori era sorta la preoccupazione che il Mediterraneo si stava avviando a una fase di tropicalizzazione.
Per questo motivo sia l'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e sia il Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell'Irbim (Istituto per le Risorse Biologiche marine), hanno lanciato una campagna, in collaborazione con la Guardia Costiera, denominata “Attenti a quei 4!”, elencando dei pericolosissimi esemplari di pesci per l'uomo.
Il primo, appunto è il pesce istrice (il nome scientifico Chilomycterus reticulatus), la cui commercializzazione è stata vietata fin dal 1992, in quanto nel suo interno contiene una tossina, la tetrodotossina, anche se in misura minore rispetto ad altri esemplari della famiglia ittica dei Tetraodontidae.
Altri esemplari sono stati iscritti nelle elenco dei pesci proibiti, dei quali è sempre più frequente il loro avvistamento.
Il più pericoloso di tutti è il pesce palla maculato (Lagocephalus Sceleratus), avvistato la prima volta nei mari italiani nel 2016, altamente nocivo in quanto oltre ad essere un esemplare mordace, anche dopo la cottura contiene delle tossine mortali all'interno delle sue carni. Gli altri esemplari, pur commestibili, tuttavia presentano delle criticità: il pesce scorpione (Pteoris miles), una specie molto invasiva, è stato segnalato fin dal 2016, ed ha la caratteristica di avere 13 spine velenose sul suo dorso che, se vengono a contatto con altre specie animali, possono causare punture molto dolorose.
Gli altri due pesci appartengono a famiglie quasi simili: infatti sono denominati pesci coniglio, anche se rispondono ai nomi scientifici di Siganus luridus e Siganus rivulatus, avvistati rispettivamente nel 2003 e ne3l 2015. Anche questi sono specie molto invasive ed hanno la caratteristica di avere delle spine sul loro dorso che possono dare punture dolorose.
Tutti questi esemplari, in tempi diversi, sono entrati attraverso il Canale di Suez.
L'esemplare di pesce istrice potrebbe essere entrato dal Canale di Gibilterra
Dopo la segnalazione, l'esemplare di pesce istrice è stato prelevato dai ricercatori per poterne studiare le sue caratteristiche, si ipotizza che sia entrato attraverso il Canale di Gibilterra. Sta di fatto che l'innalzamento della temperatura del mar Mediterraneo, determinata nell'ordine di 1°C, sta a significare che il processo di tropicalizzazione è ancora in atto, e gli esperti da tempo stanno esprimendo le loro preoccupazioni – uno su tutti è il professore universitario Adriano Madonna, un biologo esperto di Napoli ma residente a Gaeta da tempo – cosi come come Manuela Falatuano e Fabio Crocetta: Infatti da tempo questi studiosi stanno sostenendo che, se non si ferma questo cambiamento climatico marino, ben presto la fauna marina autoctona potrebbe scomparire a vantaggio di questi esemplari che non hanno nulla a che fare con l'equilibrio marino dei nostri mari.