Il mondo della cultura internazionale è in lutto per la scomparsa dello scrittore e premio Nobel peruviano, nonché membro dell’Académie Française Mario Vargas Llosa. Il romanziere sudamericano si è spento a Lima all’età di 89 anni. La notizia del suo decesso è stata data con una nota dal figlio maggiore Alvaro, congiuntamente agli altri suoi figli Gonzalo e Morgana con questo testo: “È con profonda tristezza che annunciamo che nostro padre è morto oggi a Lima, circondato dalla sua famiglia e in pace”.
La vita e la carriera di Vargas Llosa
Vargas Llosa è nato il 28 marzo del 1936 ad Arequipa, in Perù, da una famiglia facoltosa.
Sin da piccolo ha vissuto separato dal padre, in quanto lo ha conosciuto soltanto quando aveva dieci anni. Dall’età di 12 anni si è appassionato alla scrittura, anche se suo padre inizialmente ha cercato di ostacolare la sua passione per la letteratura. A 14 anni e per due anni ha vissuto la dura disciplina militare dell’accademia Leoncio Prado. In quel rigido contesto ha conosciuto, tuttavia, un Perù molto diverso da quello in cui ha sempre vissuto, un Perù della povertà e dei quartieri malfamati, formando una sua coscienza sociale che ha trasferito poi nei suoi romanzi. Ha esordito come scrittore con un’opera letteraria che è stata ripresa come opera teatrale, La fuga dell’Inca del 1952. Si è sposato appena diciottenne con una sua zia acquisita, la trentenne Julia Urquidi, protagonista di un suo romanzo dal titolo Zia Julia e lo scribacchino.
Da lei ha divorziato nel 1964, sposandosi nel 1965 una sua cugina, Patricia Llosa, da quale ha avuto tre figli.
I riconoscimenti letterari ottenuti da Vargas Llosa
Una carriera piena di riconoscimenti, quella di Vargas Llosa. Il primo, nell'anno 1967, è stato il premio boliviano Rómulo Gallegos, con il romanzo La Casa Verde. Ma quello più prestigioso è stato il premio Nobel, ottenuto nel 2010 per aver raccontato “la cartografia delle strutture del potere”.
Lo scrittore peruviano è stato sempre convinto del fatto che il romanzo sia un genere letterario molto importante, in grado di poter esprimere le emozioni in “modo vasto ambizioso e complesso”.
La sua carriera politica
Non solo letteratura: la politica è stata parte integrante della vita di Vargas Llosa. In gioventù ha abbracciato i valori del comunismo, in particolare il pensiero politico di Fidel Castro, di cui il romanziere peruviano è stato un grande ammiratore.
Ma quando il “lider maximo” ha mutato il suo pensiero dopo la rivolta ungherese del 1956, Vargas Llosa si è spostato gradatamente verso posizioni più liberali, cambiando spesso nazione per le sue posizioni non in linea con il governo peruviano vigente. Ha emigrato in Inghilterra prima e in Spagna poi, ottenendo la cittadinanza spagnola nel 1993, ma senza rinunciare tuttavia alla cittadinanza del suo paese d'origine. Rientrato in patria, lo scrittore ha cambiato completamente schieramento politico. Si è candidato nel 1990 alla carica di presidente della repubblica come candidato del centrodestra, ma è stato sconfitto dal candidato neoliberista di origine giapponese Alberto Fujimori. Nel giugno del 2008 è stato tra i firmatari del “Manifesto per la lingua comune” a difesa delle minoranze di lingua comune e delle comunità delle Autonomie spagnole, legittimando di fatto il secessionismo catalano.