Fine dei giochi per un gruppo di giovanissimi adolescenti di età compresa tra i 13 e i 17 anni del quartiere Santo Spirito di Bari. Il gruppo costringeva da mesi una ragazzina di 12 anni a sottostare a tutte le loro violenze e richieste di tipo sessuale di diversa natura, filmandola con degli smartphone e minacciandola, dicendole che avrebbero reso pubblico sui social, il materiale a sfondo sessuale che la ritraeva, nel caso in cui la stessa si fosse rifiutata.

Dopo mesi di abusi sessuali e violenze, che molto spesso venivano praticati in luoghi abbandonati e insalubri, i genitori della vittima 12 enne si sono accorti degli insoliti comportamenti e di ambigue preoccupazioni della ragazzina che per mesi ha tenuto nascosto tutti gli eventi, per paura di ulteriori ritorsioni da parte degli stupratori nei suoi confronti.

Alla fine, i genitori della vittima sono riusciti a raccogliere tutte le informazioni e i racconti dalla giovane che ha avuto il coraggio di confessare tutto, e si sono rivolti immediatamente presso il comando dei Carabinieri di Bari per sporgere denuncia sull'accaduto. Subito dopo aver raccolto la denuncia e dopo aver ascoltato i racconti della vittima, i militari del comando dei Carabinieri hanno iniziato a svolgere le azioni di indagini coordinate dalla procura della repubblica. I militari del comando hanno iniziato con grande tempestività e cautela ad individuare i primi soggetti sottoposti ad indagine, a raccogliere le testimonianze, eseguendo sopralluoghi nei posti dove venivano eseguite le violenze ed infine sottoponendo i dispositivi tecnologici dei giovani stupratori a verifiche tecniche, verificando la presenza dei video che venivano utilizzati per minacciare la vittima.

Al termine delle articolate e delicate indagini da parte dei Carabinieri, sono scattate le manette per il gruppo di stupratori, nella mattinata del 3 luglio 2017. Le prime misure cautelari hanno condotto i due ragazzi di 17 anni (ritenuti i più grandi del gruppo), in una comunità. L'unico 15 enne è stato rinviato a giudizio, mentre i due più piccoli di 13 anni sono stati giudicati non imputabili.

Le indagini sono ancora in corso per accertare una eventuale compartecipazione di ulteriori individui che abbiano contribuito anche in minima parte agli abusi che si sono protratti per mesi nella frazione di Bari, nei confronti di una vittima indifesa, che sicuramente porterà il segno di questo incubo per tutta la sua vita.