Ovviamente non per tutte le professioni ma per alcune, qualora ci fosse il bisogno di guadagnare qualche soldo in più, potrebbero bastare degli straordinari in ufficio, dei lavoretti extra in cantiere, o il classico "ingegno all'italiana" (non sempre in regola col fisco). E quando ci viene chiesto di fare una rinuncia? Qui le cose si complicano.
Perché mai rinunciare allo smartphone se l'acquisto a rate, vincolato ad un operatore telefonico, ripartisce il costo su più mesi o anni? Perché mai rinunciare a Sky se le partite di calcio riescono a farci trascorrere una sana domenica di sport italiano come nessun altro?
Perché non andare alle Maldive o in Brasile in estate se anche il figlio del fruttivendolo sotto casa c'è stato? E ovviamente, perché una Fiat, quando a rate la Volkswagen Golf turbo diesel con i cerchi in lega e gli interni in pelle mi costa "poco" meno al mese (ma per più anni di finanziamento)? E ancora, cosa sarà mai un caffè la mattina prima del lavoro?
Questa è la realtà: oltre ad essere consumatori a rate, magari astuti nel scegliere le occasioni propizie, stiamo diventando - o siamo già - poco propensi alla rinuncia. Non parlo di restare fuori dal mondo e dal progresso ma semplicemente rivisitare e riorganizzare le nostre giornate, settimane, o mesi che siano; per valutare seriamente quanto di indispensabile abbiamo e quanto di "accessorio" ricerchiamo.
Provate a pensare: qualche extra in più come entrata e qualche spesa in meno! Non male.
Nella pratica
Proviamo per esempio a fare gli aperitivi una settimana sì ed una no; ad usare l' auto nel week-end e solo se dobbiamo percorrere più di 5 km di strada (ovviamente ove possibile). Proviamo a dimezzare il consumo di sigarette; a passare dalla birra media alla piccola; a comprare un maglione, un paio di occhiali o un paio di scarpe, solo se necessario; non se lo si trova in offerta e a casa ne abbiamo gli armadi già pieni. La notte spegniamo gli "standby" al pc, alle tv, alla lavatrice e allo stereo; controlliamo il consumo di acqua, cercando di usarla per più cicli.
Vale la pena esagerare nelle spese per tatuaggi grandi quanto la Cappella Sistina?
O per le serate di "gala" nelle discoteche cittadine con drink dai 10 euro a salire? O per i "gratta e vinci" ad oltranza? O gli spuntini la notte?
Di fronte a queste rinunce sarebbe "logico" rispondere: "Mi tolgo qualche sfizio". Il discorso è un altro però: questi sfizi, non ci permettono di pensare serenamente al nostro futuro perché ci privano di quelle riserve di denaro utili a fronteggiare le evenienze. Se poi tali evenienze fossero sommate alle misure (e restrizioni) finanziarie attuate in questi giorni dal Governo, ed ai repentini cambiamenti che il destino ha in serbo per tutti (ricordiamoci anche che Madre Natura ogni tanto ci è "ostile" e non prenota mai in anticipo: come a Genova, in Veneto, in Abruzzo o in Giappone), allora possono davvero frenare il conseguimento degli obiettivi o il mantenimento della serenità di alcune famiglie.
Molti di noi, con questi accorgimenti potrebbero ritrovarsi con almeno 100 euro a settimana in più sul conto corrente, non poco in un mese. Quei soldi se gestiti oculatamente potrebbero, fruttare interessi su un conto deposito, o addirittura permetterci di assicurare la nostra abitazione e garantirci l'incolumità fisica con delle polizze sugli infortuni e/o sulla malattia; o ancora pensare alla previdenza integrativa o ai futuri risparmi di un figlio.
L'esempio
Con un mese di taglio alle spese accessorie si può risparmiare gia abbastanza per stipulare un'assicurazione (200 o 300 euro all'anno – in parte anche detraibili dal 730) che ci indennizzi nel caso di infortuni nella propria abitazione, al lavoro, nel tempo libero, in viaggio, in auto e all' estero.
Pensarci ora non porta sfortuna ma denota la lungimiranza coscienziosa di una persona comune che vive, lavora e che potrebbe anche (questo non è d'obbligo) farsi male giocando a calcetto con gli amici.
Ipotizzando il peggio
Non molti lo sanno ma, se per distrazione si dovesse uscire fuori strada con l'auto (anche a 30 km orari di velocità) e ci si dovesse fratturare un braccio, l'assicurazione auto standard, non ci coprirebbe i danni fisici (salvo se inserita una particolare estensione a pagamento chiamata: "Infortuni del conducente").
Per concludere
Se rinunciare è diventato così difficile, è perché gli uffici marketing delle aziende produttrici hanno capito su cosa far leva (e questo è positivo se dovessimo analizzare il profilo della produttività economico-commerciale nazionale); o forse perché la generazione in questione e nata con la camicia e non in tempi cupi come quello post-bellico, fatto di difficoltà e sacrifici (mi riferisco alla seconda guerra mondiale).
Comunque sia, non possiamo distoglierci dalla reale cognizione di un futuro incerto. La cicala e la formica dovrebbero ricordacelo! Io vi ricordo invece che tutto è utile ma poco deve essere indispensabile.