Gli appassionati, si fa per dire,di catastrofi che aspettano il fatidico giorno del 21 di dicembre come data ultima dell’ennesima fine del mondo, saranno ben lieti di sapere che almeno una risicata fetta del nostro pianeta non andrà perduta. 

Si parla tanto da tempo della profezia Maya che indurrebbe a credere che da qui a una manciata di giorni il nostro bel pianeta e con esso i suoi abitanti saranno distrutti. Ma poiché come da copione in ogni sciagura c’è sempre un filo di speranza, anche questa volta non tutto andrà perduto. In Puglia, infatti, nella ridente Valle d’Itria ha sede dal 1970 un tempio indiano “Ashram,” legato alla filosofia di Babaji.

Ebbene, dal disastro imminente si salverà soltanto la città di Cisternino, incastonata appunto nella Valle d’Itria, nota per i suoi caratteristici trulli, di cui ne è capofila Alberobello, e il suo circondario.

Come da copione un’infinità di creduloni o esagitati, hanno finito con il prendere d’assalto tutte le strutture recettive della zona, facendo sorridere e gongolare dalla gioia gli operatori turistici locali. Anche il sindaco ne è partecipe ed ha annunciato con toni trionfalistici, il tutto esaurito.  Ogni giorno, frotte di turisti, provenienti dai paesi asiatici, Cina in testa, assaltano la zona per vedere, toccare, fotografare soprattutto i mitici Trulli, ora patrimonio dell’Unesco. La fama del luogo e le notizie a nostro avviso fuorvianti sull’imminente catastrofe, hanno fatto sì che molti, spinti dalla fatalità e dall’attrazione del luogo, hanno letteralmente assaltato gli alberghi della zona.

Per la la Fondazione Bhole Baba Herakhandi Samaj, non  ci sono dubbi e così il sacro e il profano si uniscono soprattutto per far trascorrere ai più una giornata di svago e di apparente follia. Per gli amanti della storia, potrà trovare a Cisternino e dintorni molte cose  da vedere ed ammirare, oltre ai borghi caratteristici con le sue viuzze che s’inerpicano sulla Murgia, le caratteristiche case in pietra a forma di cono, gli angoli suggestivi lastricati di pietra viva e infiorate, con tutta una serie di annessi e connessi, ricordo della vita contadina locale.

Ma degna di nota anche tutta la sona circostante, tra Alberobello e Martina Franca, dove gli stili architettonici si fondono tra loro, dal barocco al liberty, con le facciate delle antiche case padronali e masserie fortificate, dai cui angoli spiccano talvolta delle edicole votive o delle piccole cariatidi talvolta immacolate e altre volte intrise dei segni del tempo.

Ma anche per gli amanti dei vizi del palato, c’è d stupirsi, con i piatti dell’arte culinaria contadina, come le mitiche orecchiette e cime di rapa, e la varietà di legumi del posto, accompagnate da ottimi vini locali. Il tutto all’ombra delle fronde degli ulivi secolari e delle ciliegie della cosidetta “ferrovia”, di Turi. Il tutto accompagnato dal fascino dell’ dell’ashram di Cisterino, dove una pausa di meditazione farà sicuramente bene anche allo spirito e alla turbolenza dei giorni nostri.