"Nessun governo, in 35 anni, si era mai permesso di fare promesse senza mantenerle" ha riferito -con garbo- il presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime Paolo Bolognesi, parlamentare del Pd dal 2013. La sfida è stata lanciata a pochi giorni dalla commemorazione del 35mo anniversario della Strage del 2 agosto. Ed il sindaco della città, Virginio Merola, per ammorbidire le posizioni e giocando d'anticipo pare abbia incassato la partecipazione del presidente del Senato Pietro Grasso, la cui figura e carisma potrebbero rasserenare gli animi e placare le polemiche. E' inutile ficcare la testa sotto la sabbia. E' scontro diretto tra Roma e l'Associazione delle vittime a causa -soprattutto- di diverse promesse fatte e non mantenute dagli uomini del presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Salvo variazione dell'ultima ora, tuttavia il programma di domenica prossima 2 agosto prevede regolarmente l'inizio della cerimonia a Palazzo d'Accursio alle ore 9,00. Come negli anni precedenti, parteciperanno le massime autorità locali. Successivamente il calendario prevede, da piazza Nettuno, la partenza del lungo corteo accresciuto dal cordoglio della cittadinanza. A piazza Medaglie d'Oro è stato fissato il punto di arrivo. Sul palco saliranno a parlare il sindaco Merola ed il presidente dell'Associazione Paolo Bolognesi. Mentre è incerto l'intervento del presidente del Senato Grasso come pure non è dato sapere se ci sarà un rappresentante di Palazzo Chigi.

Alle 10,25 sarà osservato un minuto di silenzio. Poi seguiranno le attività culturali per non dimenticare.

Secondo il deputato Pd Bolognesi il contenuto del pentolone infuocato di diatribe sembrerebbe dato dalla mancanza di volontà di dare seguito -senza ulteriori tentennamenti- al risarcimento dei danni rimasto bloccato inopinatamente all'Inps; ai lavori per l'approvazione del disegno di legge del reato di depistaggio, incagliato al Senato; al chiarimento della caotica direttiva del premier Matteo Renzi. Che ha declassificato gli atti sulle stragi, ma che non consente di recuperare i fascicoli dal momento che non sono identificabili e non possono essere consultati.

Un altro argomento che appassiona il presidente Bolognesi, e che s'augura possa interessare la magistratura, è quello di collegare tutte le indagini di terrorismo che potrebbero portare ad un unico filo conduttore. Sinora ogni strage ha avuto una sua Procura. E per tale ragione Paolo Bolognesi -nei giorni scorsi- ha depositato un dossier sul tavolo della Procura della Repubblica di Bologna. L'auspicio è quello di potere risalire ai mandanti dell'eccidio.

Per la strage della Stazione di Bologna non c'è Nessuna Verità. Ci furono 85 morti tra cui 7 bambini e 200 feriti tra cui 18 bambini. Gli orfani d'un genitore o di entrambi sono 28. I giudici hanno condannato Francesca Mambro e Valerio Fioravanti come esecutori materiali mentre, a tutt'oggi, non si conoscono i mandanti.

Le persone che hanno perso la vita e che mai avrebbero immaginato che non sarebbero tornati più a casa sono ancora lì, nella Stazione di Bologna, con le proprie valigie in mano pronti per partire là dove abitano gli angeli. Essi sono in attesa, come in attesa è il capostazione che tentenna con il capo volto all'indietro con la certezza di vedere arrivare lei, la Giustizia prima di fare salire in carrozza questi speciali viaggiatori. E sarà con questa consapevolezza, forse, che Paolo Bolognesi lascerà il messaggio al presidente di Palazzo Madama Pietro Grasso.