In un campo estivo per i bambini dell'asilo di Casalecchio di Reno, centro alle porte di Bologna, qualche giorno fa si è deciso di festeggiare il gay pride. Ai genitori, però, l'idea non è piaciuta ed è scoppiata la polemica: un deputato di Forza Italia, Galeazzo Bignami, ha presentato un'interpellanza in parlamento, mentre su Facebook il sottosegretario alla cultura Lucia Borgonzoni ha chiesto le dimissioni delle educatrici. La vicenda è stata raccontata dal Resto del Carlino e ripresa da numerosi quotidiani nazionali.

Nessun genitore era stato avvisato dell'iniziativa

Tutto è cominciato venerdì 6 luglio, alla viglia del Bologna Gay Pride, quando al campo estivo per i bimbi da 0 a 6 anni della cooperativa Dolce (presieduta da Pietro Segata) si è deciso di organizzare una giornata dedicata all'evento arcobaleno; le educatrici, per l'occasione, hanno proposto la lettura di libri dal contenuto a sfondo Lgbt come “Piccolo Uovo” e "Buongiorno postino”.

Quando i piccoli sono tornati a casa e hanno raccontato come avevano trascorso la giornata, però, alcuni genitori si sono lamentati e il caso è arrivato prima in consiglio comunale – su iniziativa del consigliere Andrea Tonelli (Lista Civica) – e poi in Parlamento.

Galeazzo Bignami, deputato azzurro, ha presentato un'interpellanza al ministro dell’Istruzione Marco Bussetti e al ministro per le Politiche per la famiglia Lorenzo Fontana.

L'indagine interna della Coop

Viste le circostanze, la cooperativa Dolce ha deciso di aprire un'indagine interna per comprendere meglio quanto sia successo e, soprattutto, per capire come mai le educatrici (che lavorano con gli stessi bimbi anche durante il normale anno scolastico) abbiano deciso di prendere un'iniziativa del genere senza consultare prima i genitori e i responsabili della cooperativa.

Il presidente Segata, infatti, ha detto di volersi prendere la responsabilità dell'accaduto e di voler spiegare ai genitori, ma anche al Comune (che gli affida la struttura) le ragioni delle azioni delle cinque educatrici che sono state ascoltate, ma che probabilmente non saranno sottoposte ad alcun provvedimento disciplinare: Segata si è limitato a contestare alle dipendenti la troppa leggerezza.

Non avrebbero dovuto, secondo lui, collegare il delicato tema della differenza a un'iniziativa con forti connotazioni politiche come il Gay Pride. Il presidente della coop ha, infine, concluso dicendo che "sarebbe stato meglio se avessero dedicato una giornata a tutte le diversità, non solo ai gay. Avrei preferito una maggior cautela: noi non vogliamo sostituirci ai genitori. Le educatrici, stavolta, hanno frainteso il loro ruolo".

Le reazioni

La Chiesa di Bologna si è detta sconcertata dal modo in cui è stato trattato un tema tanto complesso e delicato; molti genitori hanno già protestato con la cooperativa, giudicando inaccettabile l'attività proposta dalle educatrici. Alcune mamme si sono anche rivolte al consigliere comunale Tonelli, che ha incalzato: "Ma come possono dei bambini tanto piccoli comprendere certi messaggi?".

Massimo Bosso, sindaco di Casalecchio di Reno, ha già chiesto spiegazioni al presidente della Dolce e ha aggiunto: "Se le cose sono andate davvero così mi sembra che sia stata un’attività inappropriata: non ha alcun senso parlare di questi argomenti a dei bambini di due anni".

Bignami ha commentato: "In questo caso, si è mancato totalmente di buon senso. Davvero la coop non ha trovato niente di meglio da fare che proporre un laboratorio dedicato al gay pride? Ci sono tante favole istruttive. Hanno compiuto una scelta inopportuna ed ingiustificabile. Non escludo che sia stata una decisione volutamente strumentale e provocatoria".

La referente regionale della famiglie arcobaleno, Elisa Dal Molin, invece, ha applaudito l'iniziativa, precisando che il problema non sono i bambini, ma i genitori.