Domenica 15 giugno, a Manaus, inizia il mondiale anche per la nostra nazionale, ma la partita di esordio, già insidiosa di suo, in questa edizione è resa ancor più difficoltosa dalla caratura dell'avversario: l'Inghilterra di Hodgson, nazionale che abbiamo eliminato ai rigori durante l'ultimo campionato europeo. Analizziamola reparto per reparto, ipotizzando quella che, con ogni probabilità, sarà la formazione che Hodgson manderà in campo contro l'Italia.

  • Portiere: in porta giocherà Hart che, dall'alto delle sue 40 presenze in nazionale, è un portiere di notevole esperienza anche se non sempre affidabile, capace di alternare grandi parate a topiche incredibili.
  • Difesa: l'Inghilterra difende con una linea a 4. A destra agisce l'esperto terzino Johnson, solido ma non velocissimo; è lui l'anello debole del quartetto. Al centro troviamo la coppia formata da Cahill e Jagielka, dotati di buon senso della posizione e forza fisica, ma anche loro soffrono in velocità. A sinistra giostra Baines, terzino veloce e dotato di ottima capacità di inserimento sulla fascia; insomma uno da tenere d'occhio. Nel complesso un reparto difensivo esperto ma lento, sicuramente non insuperabile e che appare essere il punto debole del team.

  • Centrocampo: al centro il c.t. Hodgson ha provato a far convivere il talento di Gerrard e Lampard, ma l'esperimento sembra fallito per la scarsa copertura alla difesa. Allora, salvo sorprese, Gerrard sarà affiancato dal compagno di squadra Henderson, meno talentuoso ma più dinamico e interditore di Lampard. Verrà così riproposta in nazionale la coppia di centrocampo del Liverpool, un mix di potenza e geometria che però appare carente quanto a fantasia ed imprevedibilità, anche se, come sempre, ci sarà da guardarsi dagli inserimenti senza palla di capitan Gerrard. Sugli esterni dovrebbero trovare posto Sterling e Lallana: il primo è una giovane ala che salta l'uomo e ha il gol facile; il secondo è una mezz'ala imprevedibile adattata in fascia. Entrambi assicurano comunque corsa e copertura. Nel complesso un reparto di centrocampo dinamico ed imprevedibile ma sicuramente di qualità non eccelsa.

  • Attacco: alla classe di Wayne Rooney è stata affiancata la potenza di Daniel Sturridge, reduce dalla miglior stagione della sua carriera con il Liverpool. Il cocktail di forza fisica, capacità di corsa e fiuto per il gol, assicurato dai due, potrebbe creare non pochi problemi alla difesa dell'Italia, i cui centrali sono tutti alle prese con problemi fisici. Occhio quindi al duo Sturridge-Rooney, con quest'ultimo, in particolare, che arriva al Mondiale all'età di 28 anni: potrebbe essere la sua ultima occasione per il definitivo salto di qualità, da campione a fuoriclasse.

In conclusione, l'Inghilterra appare qualitativamente inferiore rispetto al passato recente, ma il c.t.

Hodgson ha saputo dare una precisa identità alla squadra, riuscendo a creare un gruppo coeso, fondato sui blocchi di squadre come Liverpool, Everton e Southampton che, per tradizione, rappresentano lo spirito inglese molto meglio di squadre più quotate.

Al cospetto dell'Italia si presenterà, quindi, una squadra più povera tecnicamente rispetto al passato ma sicuramente più votata alla lotta ed al sacrificio. Infine occhio a Barkley, enfant prodige dell'Everton, che sembra un Gascoigne da giovane: partirà dalla panchina ma, se dovesse entrare, ha le potenzialità per spaccare la partita.