Cominciano male i Mondiali di calcio in Brasile da ogni punto di vista. Oltre i problemi legati al gioco sul campo, all'infortunio di Montolivo e alle zanzare che potrebbero far passare notti insonni ai nostri professionisti, è arrivata puntuale la diffida presentata dall'Arcidiocesi di Rio che si è sentita offesa dall'immagine del suo Cristo Redentore apparso con indosso la maglietta degli azzurri.

Lo spot incriminato che mostra la sacra immagine vestita con la maglietta numero 10 quella con cui difenderà il titolo Antonio Cassano non è andato giù all'arcidiocesi di Rio che detiene ed amministra i diritti sullo sfruttamento dell'immagine.

Di qui la richiesta a sospendere lo spot arrivata dalla bocca dell'avvocato Alexandro Maria Tirelli, incaricato di inviare la diffida alla 'Rai' che dovrà rispondere di appropriazione indebita con l'aggravante della finalità economica, repressa duramente dall'autorità brasiliana. L'avvocato italo brasiliano avrebbe detto che: 'questo problema non ci sarebbe stato se l'Italia si fosse informata prima, altrimenti sarebbe come promuovere il Brasile con le ragazze mulatte sul Colosseo di Roma'. In realtà secondo il loro curatore si tratterebbe di 'un insulto ad un simbolo nazionale non di un'azione a scopo di lucro' in quanto i proventi da tale causa andranno in opere di carità.

Al momento non si conosce la replica degli avvocati di 'Rai Uno' a cui è pervenuta questa legnata tra capo e collo il 30 maggio scorso non dopo che la spietata concorrenza di 'Sky' e i vari infortuni avevano già ipotecato questa edizione dei Mondiali 2014.