Conte e Juventus si salutano. Questa volta definitivamente e non solo a parole. Incompatibilità di carattere, o meglio di obiettivi, alla base della separazione. Ma come in tutte le migliori coppie che si rispettano e che si separano, i motivi sono sempre più di uno. E non sono mai decisioni isolate, ma pensate, meditate, ponderate, scervellate, perfino rimuginate. E di segnali, in questi ultimi tempi ce ne erano stati. Eccome.

Avevamo anticipato le intenzioni di Conte un paio di mesi orsono, ma poi sembrava che le piccole scaramucce tra società e tecnico fossero superate.

Avanti insieme, sembrava, ma era solo questione di tempo. Qualcosa non deve essere andato a genio all'allenatore ed al trio Agnelli-Marotta-Nedved, soprattutto in tema di mercato. Presunti top player trattati dalla Juventus anziché campioni affermati per puntare alla Champions League sono alla base della rottura. Iturbe anche se dovesse arrivare, è una scommessa. E bene che ti vada non ti farà vincere la Champions. Morata, anche lui, è un'altra scommessa dalla quota ancora più alta: in tv le uniche immagini su questo attaccante sono di un gol a porta vuota. Sempre le stesse immagini, perché evidentemente altre non ce ne sono. 20-22 milioni di euro per un giocatore tutto da scoprire possono essere tantissimi da spendere.

Evra? A 33 anni e dopo la stagione disastrosa al Manchester United non può assicurare un rendimento da campione. Allo stesso United, probabilmente, la Juve venderà Vidal per fare cassa. Insomma progetti al ribasso, tempi sempre più duri. Ed allora, probabilmente, Conte avrà pensato che il calciomercato se lo fa da solo, alla Nazionale.

Tutta da ricostruire, tutta da riscoprire dopo le macerie di Brasile 2014. Una sfida affascinante che avrà il primo gradino a Bari il prossimo 4 settembre per l'amichevole contro l'Olanda.

Allora parte il valzer degli allenatori: quelli in corsa per la Nazionale ora sono anche in corsa per la Juventus: Roberto Mancini, Allegri, Spalletti.

Più Conte per la Nazionale. Quattro favoriti per due posti.

Conte, l'ennesimo tradimento alla Juve

Conte è stato la fortuna della Juve, ma la Juve è stata una miniera per Conte. Tre anni con tre scudetti e due Supercoppa Italiana. Ma più di una volta le dichiarazioni di Conte erano state delle vere e proprie saette contro la Juve. "Non si può mangiare a un ristorante da 100 euro con 10 euro" la diceva lunga sulle vedute di mercato del leccese. L' #agghiacciande post processo scommessopoli con gli avvocati messi a disposizione da Agnelli che convinsero uno come Conte a patteggiare bruciarono tanto. E per chi ha un po' più memoria, nell'anno della serie B della Juventus, con Conte sulla panchina dell'Arezzo retrocesso per colpa di una sconfitta casalinga senza impegno della Juve in casa, fecero imbestialire il leccese che si appellò al fatto che Calciopoli non avesse insegnato nulla all'ambiente juventino.

Insomma fidanzamento sì, ma per il matrimonio la coppia era un po' troppo litigarella.