Il campionato europeo del 2020 sarà un torneo itinerante. Questa la scelta della UEFA per festeggiare i 60 anni della competizione. Tredici le città scelte, tra cui Roma. All'Olimpico si disputeranno tre gare, tra cui un quarto di finale. Le semifinali e la finale si disputeranno allo stadio Wembley di Londra. Uno stadio sorto dalle ceneri del vecchio Wembley Stadium che è stato completato nel 2007. Si tratterà del primo torneo itinerante della storia del calcio continentale. Inoltre Roma organizzerà due partite dei gironi. Proprio oggi è arrivata l'ufficialità, davvero una bella notizia per lo sport italiano.

Già la settimana europea è stata favorevole con ottimi risultati ottenuti dalle italiane impegnate in Champions League e in Europa League. Ben cinque vittorie e un pareggio (zero a zero del Toro). Questo risultato ha permesso all'Italia di risalire nel ranking UEFA, superando il Portogallo e ritornando al quarto posto. Certo, la Germania resta ancora molto distante, ma è già un inizio. Se entrambe le manifestazioni saranno onorate a dovere (e il 5-1 della Roma fa ben sperare) ci sarà spazio per tante soddisfazioni.

Tornando alla notizia degli Europei del 2020, da registrare le altre città impegnate: Baku (capitale dell'Azerbaijan), Monaco (Germania), San Pietroburgo (Russia) ospiteranno tre gare dei gironi e un quarto di finale.

Poi ci saranno Bruxelles (Belgio), Copenaghen (Danimarca), Budapest (Ungheria), Amsterdam (Olanda), Dublino (Irlanda), Bucarest (Romania), Glasgow (Scozia), Bilbao (Spagna). Totale, come detto 13. Il presidente del Coni Malagò si è detto molto contento, anche a fronte dei disagi di mercoledì sera. Già, perché non vanno dimenticati gli scontri con i tifosi del CSKA in Champions.

L'Olimpico infatti, alla prima partita in notturna dopo la finale di Coppa Italia si è confermato uno stadio pericoloso. Molti feriti sia italiani che russi. È ovvio che le cose debbano cambiare e in fretta. L'occasione concessa dal presidente UEFA Michel Platini è molto importante e non va fallita. Ci sono sei anni, sono più che sufficienti per cambiare rotta. C'è bisogno di riforme e di applicarle, non avremo altre possibilità.