Circa tre settimane fa ci siamo occupati di un'evidente disparità di trattamento che, ormai da anni, i media genovesi, liguri e di conseguenza quelli nazionali, riservano alle due squadre calcistiche di Genova. Oggi, con la questione licenza Uefa, ci troviamo ad aggiornare quanto già espresso una ventina di giorni fa: dando un'occhiata a giornali, siti e tv locali, il messaggio che viene fatto passare è praticamente lo stesso. Ovvero, il Genoa non si sarebbe presentato all'ultimo grado di giudizio innanzi al Coni e segnatamente alla commissione per le licenze Uefa presieduta dall'ex ministro, Franco Frattini.
Pare strano che persone che senz'altro hanno studiato, conseguito titoli e abilitazioni, non riescano a distinguere la differenza fra il Genoa e l'arbitro di parte (prof. Carlo Bottari) che i RossoBlu hanno selezionato fra quelli messi a disposizione dal Coni stesso. La società di Villa Rostan era infatti presente tramite uno dei suoi legali al dibattimento, perfino anticipato di qualche ora per venire incontro alle esigenze personali dell'arbitro. I fatti sono noti o almeno dovrebbero esserlo, aggiornatisi ieri con le dichiarazioni di Bottari, secondo cui tutti i protagonisti (Genoa compreso) sarebbero stati al corrente dell'indisponibilità.
Ancora, stamattina è uscita la notizia secondo cui la Figc avrebbe inviato all'Uefa l'elenco delle squadre "licenziate" per le prossime Coppe Europee.
Ovviamente il Genoa è stato escluso ma sulla stampa locale non un accenno alle possibili integrazioni, già utilizzate negli anni passati come fu per il post Calciopoli. Eppure la stampa locale dovrebbe essere il baluardo, anche l'ultimo, su cui poggiare le speranze e dar cassa di risonanza alle ragioni della squadra delle città che quegli organi dovrebbero tutelare ma, nel caso del Genoa, è ormai palese che si parli di una sorta di squadra apolide.
Squadra apolide e quindi vilipesa da organi anche nazionali che possono attingere dalle notizie spesso false (ma nell'informazione calcistica sembra non contare) o parziali che vengono proprio da Genova. Quindi Enrico Varriale, Ilaria D'amico e altri possono parlare impunemente di "guai finanziari" o "esclusione certa" e su Radio Sportiva un giorno sì e l'altro pure si propina la tesi secondo cui il Genoa sarebbe un nuovo Parma.
Pazienza che la verità (che abbiamo già spiegato) sia diversa.
La sensazione è che lo stillicidio sia destinato a proseguire, mentre tutto tace sul fronte di chi la licenza Uefa ce l'ha ma potrebbe perderla per partite truccate. Samp e Torino su tutte, al netto dei precedenti di cui già ci siamo occupati.
Il Genoa, al momento, con buona pace della Figc e del Frattini "furioso" ha (forse) tutto il diritto di ricorrere al Tas di Losanna, organismo che entra in scena quando uno dei gradi di giudizio non viene celebrato in modo corretto. Laddove passasse in giudicato l'esclusione del Grifone dei primi due gradi, la Svizzera e la sua neutralità potrebbero (entrando anche nel merito) ribaltare la situazione.
L'avvocato Mattia Grassani, secondo alcuni tifosi genoani del "Muro" potrebbe aver intrapreso una partita a poker e chissà che il grande giurista non abbia dalla sua la mossa in grado di vincere il piatto. La prossima settimana, in ogni caso, potrebbe essere quella decisiva.