Un fulmine a ciel sereno, a pochi giorni da una sfida decisiva per un piazzamento in Europa League. Il sabato dei genoani ha portato in dote la non concessione della licenza Uefa della commissione di primo grado della Figc. La notizia è stata accolta con clamore da un ambiente ansioso di vivere il rush finale del campionato, sebbene nei giorni scorsi qualche avvisaglia non sia mancata.
Alcune settimane fa ci fu un battibecco fra Gianpiero Gasperini e l'Ad del Genoa, Alessandro Zarbano. Da allora non si è saputo molto, ma lo stesso Zarbano è stato chiamato in causa da Enrico Preziosi, mercoledì, quando il presidente genoano è intervenuto al programma di Telenord, "We are Genoa".
Alla domanda del conduttore, Pinuccio Brenzini, sulla questione licenza Uefa, Preziosi aveva risposto che a occuparsene è l'amministratore delegato, aggiungendo che "io sono il presidente e non un dipendente".
Che i due episodi siano in qualche modo collegati è a questo punto verosimile, ovvero è possibile credere che la freddezza di Gianpiero Gasperini sul suo futuro sia connessa a una conoscenza pregressa di talune difficoltà societarie nell'ottenimento della licenza Uefa; così come è facilmente intuibile la presa di distanze di Preziosi dal suo Ad, specie alla luce dei recenti premi partita istituiti dal presidente per spronare la squadra a provarci fino alla fine.
Ma perché si è arrivati a questo?
Le ragioni possono essere molteplici e la nota stampa emessa oggi dal Genoa si limita solo a informare che la società si sta muovendo per i prossimi due gradi di giudizio, con tempo fino al 16 maggio per presentare ricorso. La mancata licenza Uefa (unica in Italia quest'anno) non può e non deve far pensare a un nuovo caso Parma: la questione è meramente formale, non ha a che fare con debiti o tasse non pagate e riguarda il ritardo nella presentazione di una massiccia documentazione.
Se ciò fosse ritenuto insormontabile ce ne si farà una ragione, dato che sibillinamente Preziosi e Gasperini stanno, da tempo, invitando a godere di ciò che si ha, per giunta "difficilmente ripetibile".
Documentazione da presentare che diviene massiccia perché società con aziende collegate (come il Genoa) devono allegare le documentazioni di queste ultime e i tempi possono essere anche lunghi con persone da coinvolgere per firme da apporre anche dall'estero.
Tutto ciò ancora reso più difficile se ci si fosse mossi tardi, magari non per inerzia ma forse perché si stavano aspettando i capitali taiwanesi in Giochi Preziosi. La necessità di chiedere la licenza, d'altronde, non è una sorpresa dell'ultimo istante alla luce del campionato fin qui disputato dalla squadra.
Nella mancata concessione della licenza Uefa, dunque, non dovrebbero essere nascoste nuove peripezie alla Parma, dato che non sono in discussione i numeri della società, bensì procedure meramente formali. Secondo la 'Gazzetta dello Sport', le chance che il ricorso possa essere accolto sono ridotte, dal momento che la Uefa sarebbe molto rigida sui suoi parametri e anche SkySport si spella le mani in virtù di nuove possibilità per l'Inter in virtù delle "notizie che arrivano da Genova", un mantra sinistro che riporta alla mente il 2005.
Peccato che non si capisce bene quali siano questi parametri che il Genoa avrebbe violato, dal momento che si parla unicamente di un vizio di forma. Se questa fosse la punta di un iceberg - come a Parma - sarà il tempo a dirlo. Lunedì intanto si gioca col Torino per l'Europa, almeno sul campo.