In tempi non sospetti fu soprannominato Gasperson. In questa settimana serena per il Genoa si celebra un allenatore, Gian Piero Gasperini, nella storia del club. Quella col Milan, oltre a essere stata la gara numero 200 sulla panchina genoana, è stata anche la sua centesima vittoria. Una gara su due, una percentuale di vittorie davvero ottima perGasperini al Genoa.
Gli albori
L’approdo di Gasperini fu circondato da scetticismo. Il Genoa, che nell’estate 2006 salutava Vavassori per affidarsi da neopromossa in B al tecnico di Grugliasco, dopo lustri di calcio insignificante si preparava a cambiare.
Il Genoa degli ex Crotone a partire da Gasperini, passando per Juric, Paro, Sculli ma anche dei Milanetto, Criscito, Rossi, “lupo” Greco e poi di Leon, Di Vaio e Gasparetto, iniziò a stupire da subito. Il 23 agosto il Grifone battè al Ferraris la Fiorentina in Coppa Italia con un goal di Greco e 90 minuti che mandarono in visibilio i tifosi. La cavalcata con Juve e Napoli è storia, con un pizzico di fortuna che arrivò sotto forma di un siluro di Allegretti che, pareggiando per la Triestina contro il Piacenza, sancì la fine dell’unico campionato di B senza play off.
Gli esordi, poi l'Europa
L’esordio in A fu durissimo: Genoa-Milan 0-3 con tanto di sberleffi via etere, in particolare di Capello che sentenziò come in A non fosse possibile giocare con un modulo (3-4-3 e variabili) spregiudicato.
Fatto sta che, di lì a poco, la difesa a 3 diventerà un must in A e quel gioco “improponibile” sia diventato un marchio di fabbrica di tante big in Europa. Un calcio totale 2.0, che è passato per le prodezze di Borriello, per quelle di Milito, Motta e i protagonisti della Champions sfiorata nel 2009. I primi due anni in A del Genoa di Gasperini regaleranno gare indelebili come il 3-5 a Udine con tripletta di Borriello o il 2-0 al Milan firmato Sculli e Milito su rigore, passando per diverse vittorie contro il Napoli.
Ciliegine i derby: dalla tripletta di Milito a Palladino che mostra l’orecchio alla Sud. Queste alcune delle gare più caratterizzanti due anni di A che, uniti alla promozione del 2007, hanno regalato ai genoani momenti di pura gioia.
Il giocattolo si rompe
La stagione di Europa League (comunque dignitosa in un girone di ferro e impreziosita dalla vittoria in extremis con il Lille di Garcia, Gervinho, Hazard e altri), con la vendita di Milito, Ferrari e Motta vide il Genoa iniziare un declino figlio di scelte societarie discutibili (anche per Gasperini) e della crisi che colpì la Giochi Preziosi.
Il rapporto Preziosi-Gasperini si interromperà nel novembre 2010 quando il Genoa di Veloso, Rafinha, Criscito, Palacio e Floro Flores sarà affidato a Ballardini per un’annata che i genoani ricorderanno grazie a Boselli. Anni in cui il Genoa gettò le basi per il pericoloso biennio successivo senza più Gasperini né Fabrizio Preziosi.
Il grande ritorno
Il ritorno è storia recente, dopo l’avvio disastroso nel 2013 targato Liverani per la rinascita del Genoa (ma anche dello stesso tecnico non fortunato tra Inter e Palermo) che ha prima saputo salvarsi tranquillamente e, l’anno scorso, consegnare una squadra e un gioco in grado di porsi di fianco al Genoa di Bagnoli del 90/91 e a quello 2008/09. Genoa in Europa, sul campo, con un sesto posto figlio di un ritorno entusiasmante (con le magie di Perotti, Falque e altri) e di un’andata impreziosita dalla vittoria con la Juve, firmata Antonini. Gasperini è l’uomo delle due qualificazioni europee sul campo, delle tante vittorie con le big e di derby passati alla storia.