Lazio e Fascismo. Un connubio sovente rievocato ma puntualmente e seccamente esorcizzato dal club biancoceleste. Dai 'buuu' razzisti nei confronti dei calciatori di colore, al 'saluto romano' di Paolo Di Canio, passando per il simbolo dell'Aquila fino alle croci celtiche e le simpatie politiche della frangia estrema della tifoseria. Adesso una nuova associazione tra una delle due più importanti squadre capitoline e il Ventennio che ancora spacca il popolo italiano, ritorna in auge a causa della casacca con la quale la Lazio giocherà in Europa league.
Competizione disputata dopo l'eliminazione dalla Champions league inflitta dai tedeschi del Bayer Leverkusen e dove nel girone di qualificazione se la vedrà con Dnipro (esordio stasera), Sant'Etienne e Rosnborg. Tornando all'accusa, vediamo perché è stata di nuovo avanzata e da chi.
Ad accusare la Lazio di essere fascista è il quotidiano francese Le Monde
Ad accusarla è il prestigioso quotidiano francese Le Monde, mai morbido nel nostro Paese e sempre pronto ad evidenziarne (e magari ingigantirne) i difetti. Secondo il giornale d'oltralpe, la maglia tutta nera con tanto di aquila nera sul petto la quale la Lazio giocherà in Europa rievoca palesemente il Fascismo. Il giornale va oltre, parlando di scelta voluta per ammiccare le simpatie politiche della tifoseria, soprattutto la Curva Nord.
La quale, prosegue il giornale, avrebbe dato segnali in tal senso schierandosi a favore della 'tigre' Arkam anni fa, così come per le infelici uscite razziste nei confronti di avversari di colore.
La secca smentita della società
La replica della società biancoceleste – nera per l'occasione – è affidata al direttore marketing biancoceleste Marco Canigiani: "Resto basito nel leggere ciò che ha scritto Le Monde.
Utilizzare il colore nero era l'unico modo che avevamo per impiegare anche in Europa la maglia bandiera, perché la norma Uefa ci permetteva di realizzare un disegno del genere solo con la formula tono su tono''. Poi spiega che ci sono anche dei precedenti, come quello del Paris Saint-Germain di qualche anno fa, cui è stata bocciata una maglia in cui si vedeva in modo troppo evidente la torreEiffel sul petto.
Infatti lo stemma dell'aquila su sfondo azzurro sarebbe stato considerato un logo, non più consentito con le nuove regole Uefa. Canigiani conclude che, dopo varie prove durate tre mesi, l'Uefa ha dato il nullaosta a quella maglia. La quale doveva essere per forza di cose di colore scuro, dato che le prime due maglie sono celeste e bianca. Insomma, non c'erano alternative.
Voi cosa ne pensate? C'è davvero questa apologia di cui parla Le Monde oppure è un'accusa infondata? Fatecelo sapere con un vostro commento. Nel frattempo, auguriamo alla Lazio, ma anche al Napoli e alla Fiorentina, un ottimo cammino nell'Europa League, dopo i risultati promettenti di Juventus e Roma in Champions.