Una partita incredibile, di quelle che sembrano scritte da uno sceneggiatore di thriller. Torino-Genoa 3-3 è stata un susseguirsi di emozioni, per una gara in cui il Dio del calcio sembrava aver preparato l’ennesimo tranello al Grifone.
Laxalt eclissa Perotti
Diego Perotti ha lasciato la ribalta l’altro Diego, Laxalt, meno reclamizzato ma punto fermo del Genoa di quest’anno che si conferma fragile in difesa in una serata che con maggiore attenzione poteva perfino essere foriera di tre punti. Spesso si è affermato che la falsa partenza del Grifone in campionato sia dipesa dalla sterilità offensiva, per quanto a pesare maggiormente non siano stati i pochi goal quanto forse l’eccessivo numero di reti ‘pesanti’ concesse – o regalate - agli avversari.
Stasera sono state ben due le nefandezze difensive fatali, una di Izzo a due minuti dal goal del vantaggio genoano firmato Laxalt, l’altra di Tachtsidis che ha goffamente deviato una palla respinta forse in maniera non ottimale da un Perin meno prodigo di miracoli rispetto al passato.
I tuffi di Belotti e il 2-1 in fuorigioco
L’autogoal del greco eroe col Chievo, giunto a pochi secondi dal novantesimo, aveva reso vana l’ottima combinazione Gakpè-Pavoletti col toscano abile a superare Padelli in scivolata per il 2-2. Pavoletti che poco prima aveva sciupato il pari su perfetto assist del solito Laxalt, sbagliando un sinistro sotto misura. Laxalt che si traveste da Aguilera per deviare, di testa per il 3-3, l’assist al bacio servitogli da Perotti che, ancorché meno brillante del solito, nella ripresa ha sciorinato giocate importanti.
Discorso a parte per la rete del 2-1 granata, firmata Zappacosta, da annullare per posizione di fuorigioco di Belotti sul tiro forse non imparabile, rete simile a quella che realizzò al Genoa quando vestiva la maglia dell’Atalanta. In questo senso, notevoli le arrampicate sugli specchi dei telecronisti Sky nel modellare il regolamento pur di affermare la validità di una rete da annullare senza discussioni.
Un errore, quello di Chiffi e del suo assistente, giunto nel corso di un arbitraggio casalingo, confusionario e propenso ad assecondare ogni tuffo di Belotti, fischiando vice versa sempre fallo in attacco a Pavoletti.
Punto guadagnato
Alla luce di questo pareggio il Genoa sale a quota 11 punti, aggiungendo una lunghezza al proprio vantaggio rispetto alla zona retrocessione, ora distante 5 punti.
Per i voli pindarici c’è tempo e anche per quelli del ‘calabrone’, con riferimento all’altra partita che il Genoa sta giocando al di fuori del terreno di gioco con protagonisti Preziosi e Calabrò. Tornando al campo, domenica c’è Genoa-Napoli con Higuain e compagni lanciati verso una vetta che appare sempre più mera questione di tempo. Il punto odierno consentirà a Gasperini di preparare al meglio una squadra che, recuperata la prolificità, deve adesso lavorare non tanto sul non subire reti, quanto piuttosto al non regalarle. Tra i migliori senz’altro Munoz, autore di una prova autoritaria, come buono è stato l’esordio di Ansaldi mentre Izzo si è ripreso alla grande dopo l’errore, salvando un goal sul 2-2.
Tino Costa è apparso lento e compassato, mentre Perotti è cresciuto nel secondo tempo, guidando il Genoa all’arrembaggio della porta di Padelli. Menzione a parte per Laxalt, nel corso delle settimane sempre meno soldatino e sempre più condottiero della truppa RossoBlu. Bene anche Pavoletti e ottimo l’ingresso di Gakpè, con Rincon e Ntcham ancora sotto tono.