Proseguono i presunti scoop sull’imminente cessione del Genoa e della Samp. Non sarebbe la prima volta che le due società sono sul punto di cambiare dirigenza, ma stavolta si conferma una tendenza mediatica: a Pegli piove a prescindere, a Bogliasco è sempre sereno e tutto a posto. Come se non bastasse, aleggiano figure indicate come il futuro delle squadre con un regista d’eccezione: il governatore Giovanni Toti. Una situazione anomala e destinata a durare chissà quanto.

Genoa in vendita da tre anni

Che il Genoa sia in vendita non è una notizia.

Sono almeno tre anni che Enrico Preziosi ha annunciato di voler essere affiancato da un partner serio. Sembra passato un secolo e non un paio d’anni dall’ingresso in società di Antonio Rosati, già presidente del Varese in predicato secondo molti di acquisire il Grifone. Circostanza sempre negata da Preziosi fino all’addio dell’ex vice-presidente. Nel frattempo il Genoa ha provveduto, parole del presidente, ad abbattere il monte ingaggi dallo scorso anno, proseguendo nella stagione in corso; inoltre la società ha sistemato le pendenze con l’estero, quelle che sono costate la licenza Uefa. Da capire se i soldi siano stati già versati o se si siano transate le rimanenti pendenze con accordi di pagamento.

Genoa che, dall’estero, attende il saldo dal Velez per Pratto oltre che l’ok per tesserare Bruno Gomes, vice Pavoletti di 19 anni che al Signorini sta dimostrando il suo talento. Verosimile che Gomes sia tesserato a gennaio.

Tifosi compatti

Tornando alle vicende societarie, continua a entrare e uscire di scena Giovanni Calabrò.

Sul suo curriculum si è scritto tanto e soprattutto di alcuni precedenti fallimenti che, secondo il parere dei tifosi, lo renderebbero personaggio da non accostare al Genoa. Insomma, un ‘viperetta’ qualunque che non può rilevare la società da un Preziosi che, pur discusso, tiene la squadra in A da quasi 10 anni e gestisce un’impresa fatturante 800 milioni.

Sui conti di Calabrò, invece, sussistono meno certezze in assenza di dichiarazioni chiare e i genoani, ‘preziosiani’ e non, sono monolitici nel dire ‘no’. Fermo restando che qualunque ipotesi di cessione non potrà prescindere dalla Fondazione e dal suo 25% di quote , vicenda della quale ci occupammo in tempi non sospetti.

Toti, Volpi e ‘viperette’

Giovanni Toti, governatore della Liguria, sembra avere un chiodo fisso: Gabriele Volpi alla Sampdoria (ma cosa penseranno a La Spezia?) e Calabrò al Genoa, perché tanta fretta di occuparsi di due società private appare un mistero. Tutto questo nonostante Preziosi continui a parlare di soluzioni che coinvolgerebbero l’estero: che sia Cina, Usa o Inghilterra poco importa se l’intenzionè è creare una struttura più solida con lo stesso Preziosi ancora al timone.

Tanto polverone intorno al Genoa, già colpito mediaticamente dalla vicenda Infront, causa anche di un rallentamento delle trattative (quelle vere) per la cessione di quote societarie, usato per celare qualche altra esigenza? La Samp deve passare di mano con urgenza, sebbene Ferrero annunci di voler restare altri dieci anni e Volpi continui a divertirsi con le poche risorse (per le sue immense disponibilità) in una La Spezia versione Rijeka ma impreziosita con centri sportivi all’avanguardia? E chissà che in futuro i derby di Serie A non saranno fra Genoa e una squadra di Volpi, quella attuale e non quella paventata, con quest’ultima destinata a ripercorrere le orme del Genoa di una quindicina di anni fa con zero soldi e tanta serie B.