Alla vigilia Gasperini aveva allontanato gli spettri affermando che col Bologna non si sarebbe trattata di ultima spiaggia. Senz'altro è così ma la sconfitta al Ferraris in apertura del sedicesimo turno di campionato lascia il Genoa con 16 punti, una media da retrocessione.

Il solito goal

Tante volte il Genoa ha fatto punti nel recupero, una sola volta prima di oggi (a Palermo) aveva perso. Rossettini, ex come Brienza e Destro del Siena (riferimento non casuale), ha realizzato a tempo scaduto nella maniera più consona, a lui come al Genoa che puntualmente subisce tale fattispecie di reti: calcio d’angolo, difesa a zona e uomo libero di colpire di testa.

Al terzo angolo di fila è pressoché certo che il Genoa prenda goal, nulla di nuovo, anche a Milano (e non solo) dinamica non troppo diversa. Dall’altra parte si segnala un dominio che ha portato tra primo e secondo tempo a una quindicina di presupposti per realizzare mentre Perin ha effettuato la sua prima parata dopo un’ora.

Genoa, serve uno psicologo?

L’espulsione di Perotti,l'ottava per il Genoa in 16 gare, non solo è giusta ma a questo punto pone la necessità di portare la squadra da uno psicologo. Reazioni come quella dell’argentino o come quella di Pavoletti col Carpi (reazioni a cosa non si è capito) non possono essere più perdonate. L’argentino è alla terza espulsione per fatti disciplinari in un anno e mezzo e solo chi crede ai complotti può assolvere o sminuire la condotta odierna del 10.

Perotti che col suo ingresso in campo, nella ripresa pur menomato nel tentativo di sbloccare un attacco penalizzato da errori in serie di Pandev, aveva accresciuto la pericolosità anche sulle palle ferme, da cui il Genoa continua a non ricavare nulla. La serpentina con gomitata priverà il Genoa non solo a Roma ma anche nel derby di Perotti, così come coi giallorossi mancherà ancora Pavoletti.

La gara di oggi ha fatto scontare al Genoa la follia del centravanti col Carpi, dato che specie nel primo tempo sono spiovuti cross a ripetizione nell’area di un Mirante a tratti prodigioso, in altri graziato. Nella ripresa l’errore di Gakpè a pochi metri dalla porta ha concluso nel peggiore dei modi la gara del togolose, dignitoso ma non in grado di incidere.

Negativa la prestazione di Costa, meglio Tachtsidis mentre in difesa bene De Maio e Burdisso, meno Ansaldi.

A gennaio salvare il salvabile o sarà B

Diversi segnali possono essere colti anche in chiave mercato con una squadra oggi impostata col 3-5-2 per permettere a Pandev di duettare con Gakpè. Il lavoro di quantità di Rincon e Tachtsidis è stato spesso vanificato da errori di TinoCosta che non può più essere considerato un punto fermo. Schierare Izzo a destra senza impiegare Cissokho e Diogo fa capire che la fascia destra è da rifare, come del resto la sinistra costretta a impiegare sempre e comunque Laxalt, lo scorso anno una riserva. Il ritorno al 3-4-3, l’uscita di Pandev e una maggior presenza in avanti con Perotti sembrava preludio alla vittoria, fino alla gomitata imperdonabile.

Bologna che festeggia nel recupero e che ha anche il tempo di restare in 10 per il rosso a Diawara ma nel settore ospiti nessuno se n’è accorto. Non era l’ultima spiaggia per il Genoa, solo un ulteriore tassello verso una retrocessione certamente evitabile ma non più fuori dal mondo e, chissà, forse persino utile grazie al ‘salvagente’ per mettere a posto i conti. Martedì Genoa-Alessandria in Coppa Italia, facile immaginare gli umori del Ferraris e dei genoani.