Al cuor non si comanda. Soprattutto se si parla di Genoa. Sono passati sette anni, ma il batticuore c'è ancora. Succede questo quando ci si è amati tanto. E stasera al Luigi Ferraris sarà l'occasione per riabbracciarsi. Una di quelle serate a cui non si può proprio mancare. D'altra parte questa non è una favola qualunque. Il principe diego milito torna nel suo regno, dove per anni ha regalato gioie al popolo genoano. L'unico giocatore nella storia dei derby genovesi capace di segnare una tripletta.

L'intervista a Diego Milito

"Il nostro è solo un arriverderci, non potrà mai essere un addio" aveva promesso l'argentino nel giorno del suo congedo.

E così è stato. Pronto per tornare al Tempio, come ha annunciato domenica scorsa al Meazza durante Inter-Juventus. Magari l'ex centravanti rossoblu riuscirà a portare un po' di fortuna al vecchio grifone e a mister Ivan Juric. Una presenza in tribuna graditissima non solo ai tifosi, ma anche al presidente Enrico Preziosi che lo ha lanciato e riportato una seconda volta nel calcio che conta. Un legame che non si è mai spezzato, tutti i genoani finalmente potranno applaudirlo e salutarlo ancora. "Tornare aGenovaè una cosa fantastica. Tornare al Ferraris è per me una gioia enorme - spiega in una intervista concessa al 'Secolo XIX' - Non mi sono mai dimenticato di questi colori e dei tifosi rossoblu.

Resterò per sempre legato alla mia avventura sotto la lanterna. Qui sono stato trattato sempre benissimo".

La gioia di Ivan Juric

Sotto la lanterna il principe ritroverà mister Ivan Juric, che all'epoca era un suo compagno di squadra. Il croato ha ricordato con gioia quei momenti, nella conferenza stampa della vigilia di Genoa-Napoli: "Abbiamo fatto cose straordinarie assieme.

Diego Milito era un trascinatore, anche se aveva tutto un suo modo particolare di farlo. Sarò davvero contento di rivederlo, anche se in realtà lo avevo potuto ritrovare nella mia esperienza all'Inter". Per quanto riguarda la sfida contro il Napoli, Juric ha le idee chiare: "Mi piacerebbe vedere un'aggressività stratosferica. E magari più cattiveria in attacco".