È passata poco più di una settimana da quando Pablo Daniel Osvaldo, dopo la frustrante esperienza al Boca Juniors, ha annunciato il suo ritiro dal mondo del calcio a soli 30 anni per dedicare tutto il suo futuro alla più grande passione della sua vita: la musica.

La Nascita del Gaucho

Due giorni fa, infatti, la leggenda del calcio moderno, ovvero Ronaldo de Assis Moreira, meglio noto come Gaucho Ronaldinho, durante una conferenza stampa in occasione dell’apertura di un nuovo ufficio del Barcellona a New York, ha spiazzato tutti i giornalisti presenti con queste parole “Ormai sono vecchio.

Ho 36 anni, non 26, e sto pensando a cosa fare per chiudere la carriera. L’idea è di giocare un altro anno.”. Sembrerebbe infatti che il futuro del Gaucho gli riservi non solo un posto come dirigente o simile al Barcellona, ma anche e soprattutto la musica. “È stata una vita da sogno. Ho vinto tutto, mi sento realizzato.” Così descrive i suoi 36 anni di vita, che lo hanno visto nascere in un’umile famiglia di Porto Alegre, da una negoziante e un operaio ex calciatore del Cruzeiro morto d’infarto quando ‘Dinho’ aveva solamente otto anni. Fu soprannominato Ronaldinho ai tempi del Grèmio, quando solitamente era il più piccolo che scendeva in campo, oltre al fatto che quando esordì con la nazionale verdeoro era già presente un altro Ronaldo, il ‘fenomeno’.

Gli Anni d’Oro in Europa

Non senza problemi burocratici, il Paris Saint Germain nel 2001 annunciò l’acquisto del ventunenne talento brasiliano, il quale in 50 presenze regalò ai suoi tifosi la gioia di 17 gol. Col trasferimento di David Beckham al Real Madrid, ex obiettivo del Barcellona, i blaugrana decisero di acquistare nel 2003 il Gaucho, per una cifra di 30 milioni di euro; l’anno dopo fu eletto FIFA World Player of the Year.

Vinse il Pallone d’Oro nel 2005 dopo aver regalato agli amanti del calcio di tutto il mondo una stagione ricca di incredibili dribbling e gol mozzafiato. Nel 2006 fu eletto per la seconda volta nella sua carriera FIFA World Player of The Year. Complessivamente al Barcellona segnò 94 reti in 207 presenze.

Da Milano al suo Brasile

L’ultima esperienza europea lo vide con indosso la maglietta rossonera del Milan. Nel 2008 fu acquistato per 21 milioni di euro con uno stipendio di 6,5 milioni. La prima stagione sotto la guida di Carlo Ancelotti non fu esaltante, anche se i suoi tocchi di classe non sono mai mancati. Sicuramente migliore fu la seconda stagione, che lo vide aggiudicarsi il Golden Foot, precedendo in classifica Raùl e Thierry Henry. Fu inoltre premiato dalla rivista World Soccer come miglior giocatore del decennio 2000/2009, precedendo i talenti di Leo Messi e Cristiano Ronaldo. Il contratto lo legò al Milan un altro anno, quando sulla panchina c’era Massimiliano Allegri. Non fu impiegato quanto avrebbe meritato, e a 6 mesi dalla scadenza del contratto lasciò il ritiro di Dubai per tornare in Brasile in cerca di una nuova squadra.

Negli ultimi cinque anni, Ronaldinho è passato dal Flamengo all’Atletico Mineiro, poi al Querètaro e infine al Fluminense mentre la sua popolarità tra la sua gente aumenta di anno in anno.

Insomma ancora non è chiaro quale sarà l’ultima maglia che verrà indossata dal Gaucho, l’unica cosa certa è che mai prima d’ora il mondo aveva visto un talento simile, una simile facilità e naturalezza nel dribbling, una simile capacità di tiro e una velocità e precisione di ragionamento come quella che caratterizzava Ronaldinho. Tutto il mondo piangerà il suo addio al calcio, ma a quanto pare dovrà aspettare un altro anno.