Lo aveva già riconosciuto senza fare drammi, Adriano Galliani. Fare mercato e fare una squadra con due teste, non è semplice. Bisogna avere la forza e il rispetto di non imporre le proprie idee e andare avanti nel dialogo, anche quando non si trova la condivisione. E' accaduto per il giovane ascolano Riccardo Orsolini: il Milan di Silvio Berlusconi voleva proseguire con la linea dei giovani italiani, la cordata cinese Sino Europe Sports ha invece in mente un progetto di campioni per riportare il Milan al top in Europa e nel Mondo. E' per questo motivo, dopo i 200 milioni versati da SES nelle casse di Fininvest, che il Club rossonero non proseguirà nelle trattative per il giocatore.

Che accadrà dopo questa mossa? Il Milan se ne pentirà visto che adesso Orsolini è assurto alla luce dei riflettori e qualche Club importante metterà le mani su di lui, oppure Riccardo non esploderà e il Milan avrà altre frontiere e altre prospettive di mercato cui dedicarsi da Gennaio in poi? Nella storia rossonera ci sono conferme sia in un senso che nell'altro. Non resta che attendere.

Da Ambrosini e Locatelli a Elber, poi i giovani dell'Albinoleffe

Il Milan aveva provato a coniugare la linea dei campioni con quella dei giovani, all'inizio degli anni '90. Il Club rossonero tenne a Milanello per qualche tempo l'attaccante brasiliano Elber che, però, con Van Basten, Gullit e Massaro davanti a sè non aveva possibilità di giocare.

Esplose poi nel Bayern Monaco. Qualche anno dopo, il Milan ci riprovò, prelevando nell'estate del 1995 sia Massimo Ambrosini dal Cesena che Tomas Locatelli dall'Atalanta. il primo riuscì a consacrarsi nel Milan, il secondo fece bene invece fuori, in Club come Udinese e Bologna. Molti anni dopo, il Milan si ritrova a scommettere su due ragazzi dell'Albinoleffe, prima Mattia Valoti e poi Giacomo Beretta.

Problemi più che altro psicologici per il primo, più fisici con tanti infortuni per il secondo. Non andò bene e forse per questi due precedenti non positivi, il Milan non trovò la forza di puntare su Andrea Belotti prima che andasse a Palermo.

Il Milan e il fascino di difficile interpretazione dei giovani

In casa rossonera spiace ancora oggi di non aver avuto la linea dei giovani italiani, all'epoca di Matri e Darmian.

Sarebbero rimasti al Milan e sarebbero diventati un capitale del Club. Come è accaduto per Pierre Aubameyang, goleador e miglior giocatore, con la maglia dell'Under 19 rossonera allenata da Filippo Galli (che nell'estate del 2009 si era recato personalmente a Pescara ed era stato ad un passo dal sì di Verratti), nella Champions Youth Cup del 2007 in Malesia. Diverso invece il caso di Bryan Cristante: sembrava un predestinato, il Milan ha provato a crederci, poi però la sua cessione è risultata provvidenziale per potersi garantire le risorse economiche per acquistare Giacomo Bonaventura. Con il buon Cristante che non è esploso nel Benfica e lo stesso dicasi nel Palermo e nel Pescara. Il futuro sarà proprio su questo crinale.