Quella dell’11 luglio come previsto non è stata una data chiave per il delicato intrigo delle iscrizioni al prossimo torneo di Serie C, ma ha comunque emesso verdetti importanti sullo stato di salute dei club più traballanti e soprattutto su quello di quelle società che ce la faranno, ma la cui “cartella clinica” preoccupa non poco in vista della stagione agonistica. Al momento l’unica certezza è che le squadre già saltate sono due, quelle più a rischio di seguirle sono quattro con altrettante che dovrebbero farcela, ma con qualche ferita. Ogni situazione sembra molto diversa dall’altra, al punto che per linee generali si può dare per certa solo la mancata iscrizione della Maceratese, che potrebbe ripartire dalla Serie D (paradossalmente più difficile strappare un posto in sovrannumero in Eccellenza dove non si vuole andare oltre il format delle 16 squadre), mentre i problemi dell’Akragas sembrano in via di risoluzione.
Sospesa la situazione di Messina, Modena e Mantova, in ordine decrescente di ottimismo. Cominciamo allora da chi sta meglio.
Akragas sul filo
I due soci Giavarini e Alessi hanno ribadito l’impossibilità di reggere la situazione da soli per un’altra stagione di Lega Pro, complice anche la fine del rapporto con il munifico sponsor Enel. Senza soci non dovrebbe succedere nulla e il professionismo riabbracciato dopo anni di attesa sarebbe svanito, ma nelle ultime ore lo stesso Giavarini sembra essersi deciso a rilevare il 100% del club, presentare la fidejussione e iscrivere regolarmente la squadra al campionato. Il rischio, però, già visto troppe volte negli ultimi anni di Lega Pro, sarebbe quello di assistere a un campionato falsato, con una squadra al via senza budget e quindi mai competitiva.
Uno scenario da scongiurare qualora il socio Alessi trovasse in Argentina i fondi sperati per migliorare la situazione, ma comunque uno scenario sul quale la Lega Serie C dovrà lavorare sul piano regolamentare per colmare il vuoto: una società in regola con l’iscrizione, ma senza budget, rischia di falsare il campionato e in questo caso le penalizzazioni cicliche per i mancati pagamenti sarebbero solo palliativi.
Messina spera, giallo Mantova
Ottimismo diffuso anche nell’altra piazza siciliana con il fiato sospeso, quella di Messina. La fondamentale consulenza dell’avvocato Grassani ha permesso di abbattere l’esposizione debitoria nei confronti della Covisoc, non solo attingendo ai crediti in Lega, così ora il presidente Proto dovrà provvedere “soltanto” a disporre del milione di euro necessario tra pagamenti arretrati e fideiussione per scacciare la paura e presentarsi al via del terzo campionato di fila.
Fiato sospeso invece a Mantova, dove la prima bocciatura non ha sorpreso nessuno. Tra cambi di proprietà e avvicendamenti vorticosi di soci, i tifosi aspettano solo che qualcuno depositi la fidejussione da 350.000 euro entro il 14 luglio per rendere operativo il ricorso.
Questo dovranno fare Carlo Petrini e Carla Sensati, nuovi soci del presidente Marco Claudio De Sanctis: a quel punto anche la robusta penalizzazione per gli stipendi non pagati da gennaio risulterà più lieve, anche se il rischio sembra quello che prevalga la volontà di altri compratori che non aspettano altro che il fallimento e l’ennesima ripartenza dalla Serie D.
Modena col fiato sospeso
Arezzo, Fidelis Andria, Juve Stabia e Modena hanno invece presentato regolare fidejussione, venendo bocciati solo per inadempienze Covisoc.
La situazione più complicata è quella del Modena, che però sembra faticosamente vicino al traguardo grazie al “maquillage” compiuto dall’attuale proprietà di Antonio Caliendo, tra l’aumento di capitale e l’inglobamento del Mammut, la società di proprietà di Caliendo, nella World Promotion Company, la holding lussemburghese che controlla il Modena, operazione che ha permesso di ripianare le perdite pari a 1,8 milioni. Ma per farcela servirà versare altro mezzo milione di tasse.
Ripescaggi, quante rinunce
Per tutte c’è tempo fino a venerdì 14 luglio per presentare il ricorso volto dimostrare di aver sanato la propria posizione. Il 20 luglio il responso definitivo, cui guardano con attenzione i club in attesa del ripescaggio.
Già certo di farcela sarebbe il Lumezzane, unica società ad averne diritto tra quelle retrocesse dalla Lega Pro, ma il sodalizio lombardo, che ha perso il professionismo dopo 24 anni, non presenterà domanda, spalancando quindi le porte a club blasonati della categoria inferiore, pronti a versare la fidejussione da 350.000 euro a fondo perduto. Club blasonati, si, perché il primo della graduatoria, il Ciliverghe Mazzano, ha rinunciato a fare domanda.
Festa grande quindi per la Triestina, salvata in extremis dal cambio delle NOIF, mentre per l’altro posto sicuro si va verso una corsa tra Rieti, Rende, che sono più avanti in classifica, Vis Pesaro e Varese, vista la rinuncia della Nocerina.