Di una cosa non si può certo incolpare la nuova Fiorentina, anzi di due: i dirigenti, e nella fattispecie Pantaleo Corvino, non possono essere accusati di non avere le idee chiare per gli acquisti da effettuare, e le loro caratteristiche. E poi questa creatura che sta nascendo tra mille perplessità incuriosisce sempre di più.Protagonista della prima parte di mercato attraverso cessioni illustri, annunciate, ma sempre dolorose, figlie della volontà dei giocatori in questione di cambiare aria e di alzare l’asticella delle ambizioni (cosa che non sembra possibile allo stato di cose a Firenze), ma figlie anche della volontà della proprietà di avere una base economica solida dalla quale ripartire nel caso non andasse in porto la cessione della società, legata sempre più al nuovo stadio, adesso in casa viola è tempo di acquistare.

L'attesa di mister Pioli

E gli ultimi scontenti ancora in rosa? Il riferimento è alla coppia croata formata da Milan Badelj e Nikola Kalinic: potendo andrebbero via entrambi, potendo Vincenzo Montella se li porterebbe entrambi al Milan, il primo perché lo conosce e lo apprezza, il secondo perché, pur non avendolo mai allenato, sarebbe in grado di incarnare le caratteristiche di una punta che piacciono a Vincenzo, che in Nikola si rivede un po’. Vederli partire entrambi sarebbe però una sorpresa a 10 giorni dall’inizio del campionato, in particolare il regista, già centrale negli schemi di mister Pioli. Già, Pioli. Uno degli allenatori più aziendalisti d’Italia, un gentleman nato che tornando nella città nella quale ha vissuto bene per 5 anni e allenando la squadra di cui è stato anche capitano, ha realizzato il primo sogno.

Il secondo è quello di dimostrare di poter allenare una grande e magari portarla in alto. Ed eccoci alla curiosità di cui sopra. La genesi della nuova Fiorentina non può che accattivare le simpatie di tutti gli appassionati di calcio. Sta nascendo un nuovo progetto, giovane, ma tatticamente molto promettente e interessante.

Il 4-2-3-1 dell’ex tecnico dell’Inter vivrà di entusiasmo, di fari spenti e di tanta voglia di stupire. Poi è chiaro che servono gli interpreti, possibilmente quelli giusti sul piano tattico. Molto è stato già fatto, ma non è solo una sensazione quella che il bello dovrà ancora avvenire.

Difesa e centrocampo, ci siamo quasi

Oggi sono quattro i sicuri titolari nuovi, senza considerare Sportiello che nuovo non è, ma sarà finalmente titolare.

A fine agosto saranno almeno sei, un numero sufficiente affinché alla squadra venga concesso tempo per assemblarsi. La difesa sarà nuova per tre quarti, con Astori a fare da chioccia, oltre che da capitano, a Gaspar, Vitor Hugo e all’esterno sinistro che verrà, chiamato a prendersi la maglia da titolare dal sempre balbettante Olivera: il croato Strinic, in uscita dal Napoli, il greco Stafylidis dell’Augsburg i nomi più gettonati, più indietro il genoano Laxalt, che piace da sempre, ma non è un quarto di difesa di ruolo e costa un botto (15 milioni). Dalla cintola in su la certezza si chiama Veretout: il francese sta già convincendo tutti, dimostrandosi quel motorino in grado di assicurare quantità, discreta qualità e pure accelerazioni palla al piede di cui la Viola ha bisogno nel delicato passaggio da un calcio di palleggio ad uno più veloce.

Una maglia in mezzo è sua, l’altra dovrà essere di Badelj, perché le alternative latitano: Benassi del Torino piace molto, ma non è un centrocampista centrale, ruolo al quale lo sta paradossalmente impostando anche Mihajlovic, che adotterà uno schieramento speculare a quello della Fiorentina.

Attacco Fiorentina, tra certezze, speranze e attesa

E là davanti? In attesa che Kalinic finisca di sfogliare la margherita, si riparte dagli eredi di Bernardeschi. Sul piano affettivo il riferimento non può che essere Federico Chiesa: è lui il nuovo idolo dei tifosi, il nuovo giocatore da investire del ruolo di bandiera. Sul piano tecnico le caratteristiche del neo-juventino, superiore su questo aspetto a Chiesa, sono quelle di Valentin Eysseric: esterno d’attacco adattabile su entrambe le fasce, ma anche trequartista e all’occorrenza falso centravanti.

Un tesoro da sfruttare in più modi, quindi, una delle tante scommesse da vincere insieme al norvegese Zekhnini, una delle sorprese del precampionato, destinato però a lasciare presto la maglia a Eysseric o a un altro acquisto. Eccoci allora ai fuochi d’artificio finali. Per quadrare il cerchio, oltre che di un altro centrale difensivo, Corvino è alla ricerca di un esterno d’attacco da 4-2-3-1, dato che la punta in caso di addio a Kalinic è già prenotata e risponde al nome di Nikola Kalinic. Chi sarà non si sa, ma si può immaginare con ragionevole certezza che sarà un nome importante e il giocatore cui affidare la copertina del nuovo corso viola. Politano intriga, ma è poco glamour, quello che invece ha Jesé: l’ex canterano del Real Madrid ha deluso al Psg e la maglia viola potrebbe essere l’occasione giusta per rilanciarsi.

Molto di più rispetto al “solito” Stevan Jovetic, che esce puntualmente ad ogni sessione di mercato: il montenegrino si sta, forse ritrovando, ma è abituato a incantare ad agosto e settembre per poi perdersi. La Fiorentina 2.0 non ha bisogno di minestre riscaldate per dimostrare di meritare la stima dei propri tifosi. E magari, se non più forte, almeno più redditizia e concreta di quella precedente.