Poteva giocare con Totti, è finito a litigare con Ibrahimovic al Paris Saint Germain. Da una stella all'altra, Rabiot racconta la sua carriera e i suoi sogni per il futuro nell'intervista rilasciata per Extra Time, l'inserto sul calcio estero de La Gazzetta dello Sport. E ne ha per tutti: "Di base sono un tipo tranquillo, ma posso innervosirmi rapidamente soprattutto se vedo ingiustizie. Il primo scontro con Ibrahimovic ci fu durante una partita estiva negli Stati Uniti, un'amichevole. Se la prese con me perché secondo lui non avevo fatto il movimento giusto per ricevere un passaggio. Perse palla e io rimediai un giallo facendo fallo su un rivale per recuperarla. Così mi arrabbiai con Zlatan e, sbagliando, lo insultai. Fu poco elegante da parte mia. Comunque finì tutto lì. L’altra volta fu in allenamento. Venimmo alle mani, ma quel giorno Ibrahimovic mi aveva un po’ preso di mira. A lui piacciono i tipi di carattere, come me. Siamo rimasti in buoni rapporti".
L'affare sfumato
Rabiot è stato spesso al centro dei desideri di mercato delle big della Serie A ed è stato molto vicino a vestire la maglia della Roma: "Consideravo - ammette il centrocampista - che fosse la squadra ideale per crescere, imparando anche da giocatori importanti come Francesco Totti, che è stato un esempio per tutto il mondo del calcio. La Roma mi avrebbe permesso poi di fare un ulteriore salto di qualità, magari in un club più grande. Ma è andata diversamente e sono felice di essere rimasto. Il campionato italiano sta di nuovo acquisendo importanza. Lo dimostra anche il percorso della Juventus, in Champions League". Anche i bianconeri sono stati sulle sue tracce, ora si sfidano nel grande palcoscenico: "Noi favoriti? Sulla carta possiamo esserlo, ma le partite vanno giocate. E la Juventus, per esempio, ha disputato due finali negli ultimi tre anni: ha quell’esperienza che forse a noi manca ancora un po’. E si sono rinforzati bene, anche col mio ex compagno Matuidi. Mi piace molto Bonucci, per lo stile ma anche per lo spirito da leader che riesce a trasmettere ai compagni".
Un fuoriclasse ce l'ha in squadra: "Neymar è un fenomeno. Ce ne eravamo resi conto quando ha vinto praticamente da solo la partita di ritorno agli ottavi di Champions League, la scorsa stagione al Camp Nou. È meglio di certo averlo in squadra che contro. Mbappé sta confermando di aver un grandissimo talento. E il talento non ha età. Kylian ha un grande futuro davanti. Sono le due star del mercato, ma non bisogna assolutamente dimenticare l’importanza di Dani Alves. È un leader, magari dell’ombra, sia in allenamento che in partita. È uno di coloro che sanno come parlare al gruppo anche nei momenti difficili. E poi il suo palmarès parla per lui".
Futuro in serie A?
Rabiot ha parlato anche del suo futuro: "Al Psg oggi ci sono le condizioni ideali per continuare a crescere, ma da mezzala: è il ruolo che mi corrisponde di più perché mi permette di esprimere al meglio le mie qualità. Detto questo, ci sarà tempo per parlare di rinnovo. E in carriera a un certo punto spero anche di poter vivere qualche esperienza diversa. Per il momento sto bene qui".