"Sarebbe importante segnare almeno un gol in casa loro". Erano state queste le parole del CT Gian Piero Ventura alla vigilia della sfida della Friends Arena contro la Nazionale di Andersson. Così, però, non è stato. Qualcosa, in Svezia, non ha funzionato: bisognerà resettare tutto per la difficile gara di ritorno al Meazza.
La partita
L'Italia sin dall'avvio ha sofferto il pressing alto della Svezia, che non ha permesso agli Azzurri l'impostazione con i suoi uomini più importanti in tal senso, Leonardo Bonucci e Marco Verratti. Il talento del fantasista del RasenBallsport Leipzig (meglio nota come Lipsia), Emil Forsberg, ha sempre avuto la possibilità di svariare sul tutto il fronte d'attacco gialloblu causando non pochi problemi alla retroguardia azzurra.
Nonostante tutto, la prima vera occasione capita proprio alla nazionale italiana sulla testa di Andrea Belotti, che manda sul fondo un ottimo pallone crossato al centro da Matteo Darmian. L'Italia comincia a crescere, ma la mancanza di idee, la staticità delle due punte, Ciro Immobile e lo stesso Belotti e lo scarso utilizzo delle fasce esterne, determinano un immobilismo tattico che nel secondo tempo si rivelerà fatale.
Al riposo si va sullo 0-0. Al rientro in campo l'Italia entra con un piglio diverso, ma la Svezia è brava a mettere il match sul piano dei nervi. Nel momento migliore, gli azzurri vengono puniti dal fortunatissimo gol di Jakob Johansson, frutto di una deviazione di Daniele De Rossi.
Gli ingressi di Eder e Lorenzo Insigne non servono praticamente a nulla, visto che entrambi non vedono quasi mai palla. In mezzo, lo sfortunatissimo tiro sul palo di Darmian, che qualora fosse entrato avrebbe cambiato tutto per il ritorno in chiave qualificazione.
La speranza non muore fino alla fine
Quel poco che l'Italia ha fatto vedere sul campo ha messo in luce alcuni limiti dei nordici gialloblu: la difesa non è certamente una delle migliori in circolazione.
La retroguardia svedese ha sofferto maledettamente i (pochi) cross degli azzurri, soprattutto di Candreva e Darmian (il gol divorato da Belotti ne è un esempio).
A san siro è ancora tutto aperto: un cambio di modulo è necessario, anche per dare spazio all'estro e alla fantasia di Lorenzo Insigne, che con la sua rapidità può mettere in difficoltà i giganti svedesi. Servirà più gioco e filtro in mezzo al campo, dove Verratti, De Rossi e Marco Parolo ieri non hanno brillato. 90 minuti sono tanti e tutto è ancora possibile: coraggio Italia!