A poco più di quattro mesi dall'amaro 0-0 contro la Svezia, a San Siro, risultato che è costato all'Italia l'eliminazione dai Mondiali, ieri sera Buffon e compagni sono tornati in campo per un'amichevole di lusso, con l'Argentina. Per inaugurare il nuovo corso della Nazionale, affidata nel frattempo a Luigi Di Biagio, è stata organizzata una serata in grande stile, a Manchester. Di fronte due squadre che hanno scritto alcune delle pagine più belle del calcio, ma non è andata come i tifosi azzurri speravano. L'Italia ha retto solo fino alla prima parte della ripresa, poi è calata a vista d'occhio, non riuscendo più ad arginare gli attacchi dell'Albiceleste.
Due gol nel volgere di appena dieci minuti, dal 75' all'85', firmati da Banega e Lanzini, hanno chiuso la partita, senza particolari recriminazioni da parte della squadra italiana. Fin troppo netto, a un certo punto, il divario tecnico fra le due formazioni. Fin troppo evidente la superiore qualità del potenziale tecnico degli argentini rispetto ai colleghi italiani. Insomma, lo 0-2 finale rispecchia e fotografa in maniera cinica la situazione del nostro calcio.
Nuovi interrogativi sul futuro azzurro
C'è da lavorare, e parecchio, in tutte le direzioni, su tutti i fronti, per riportare l'Italia ai fasti di un tempo. Impresa non facile. Come non facile accettare, da parte dei sostenitori azzurri, l'attuale livello della Nazionale, che non è certamente da primi posti nel mondo.
Bisogna lavorare maggiormente dai vivai, dalle strutture destinate ai giovani, dalla mentalità d'impiego dei nostri talenti nei club piccoli e grandi della Serie A. Lo 0-2 di ieri non è solo il freddo responso di un'amichevole. E' un risultato che ha riaperto la "ferita" dello scorso novembre, ponendo nuovi interrogativi sul futuro azzurro.
Il "calvario" non è finito? E' il caso di convocare altri giocatori? Occorre immediatamente un'altra guida tecnica? Sicuramente serve un immediato cambio di "rotta". Con o senza Di Biagio. L'Italia ha una tradizione da difendere, e per riprendere la via smarrita del grande calcio non si può non riconoscere che l'attuale impostazione non è poi così diversa, almeno sul piano del risultato, da quella che non ci ha consentito d'approdare ai Mondiali fra lo stupore generale.
Palleggio e distanze
"Abbiamo sofferto un po' il palleggio e abbiamo perso le distanze", il commento a caldo di Di Biagio al termine della partita, al microfono della Rai, che ha trasmesso la partita in diretta. Palleggio e distanze, forse, non rappresentano solo gli unici elementi di riflessione per giustificare un altro risultato umiliante per la Nazionale quattro volte campione del mondo. E pensare che ieri l'Argentina non ha schierato né Messi, alle prese con un fastidio muscolare, né Dybala, non convocato. Il ct Jorge Sampaoli ha fatto a meno anche di un giocatore del calibro di Icardi. Quale dimensioni avrebbe assunto il risultato finale con almeno il primo dei tre fra i titolari? Intanto, Lorenzo Insigne prova a indicare la via della svolta: "Se pensiamo sempre al passato, non riusciremo mai a ripartire.
Testa bassa, lavorare e cercare di migliorarci".
Gol, 'digiuno' da 287 minuti
Martedì 27 l'Italia tornerà nuovamente in campo, a Londra, contro l'Inghilterra. Fischio d'inizio alle 21. Anche stavolta la partita sarà trasmessa in diretta tv da Rai Uno. Contro gli inglesi, è auspicabile qualche cambiamento rispetto alla partita con l'Argentina, nella disposizione in campo e nella formazione. C'è da riflettere, in tal senso, su un altro dato: la squadra non ha segnato neppure una rete nelle ultime tre partite, precisamente non va in gol da 287 minuti. Sembra un'eternità. L'ultima volta risale a lunedì 9 ottobre 2017, precisamente all'incontro con l'Albania, con Candreva.