Due società, dalla potenza economica sconfinata, si sono scontrate agli ottavi di finale di Champions League: si tratta di Real Madrid e Paris Saint Germain (le cui rose valgono rispettivamente ottocentocinquanta e settecentocinquantasei milioni di euro), che si sono sfidati in centottanta minuti di grande calcio tra il Santiago Bernabeu ed il Parco dei Principi. Hanno trionfato i "blancos" con un sonoro 2-4 complessivo (3-1 all'andata e 2-1 al ritorno), in cui è stato a dir poco decisivo Cristiano Ronaldo: un campione totale, in grado di incarnare lo spirito della sua squadra, che ha deciso la doppia sfida con tre gol.
Gli ottavi di finale
Le "merengues" hanno superato non senza qualche problema un avversario di tutto rispetto, temibile, ma ancora acerbo in ambito europeo. Perché la compagine parigina aveva si impensierito gli avversari madrileni, nella capitale spagnola, senza però fare i conti con la voglia di riscatto, all'esperienza in campo continentale del Real e alla fame di vittoria di CR7. Fu Rabiot, per i rossoblu, a siglare la marcatura del provvisorio 1-0 al trentatreesimo minuto di gioco e a cercare di rendere la vita difficile ai padroni di casa che però risposero alla grande con una doppietta del numero "sette" lusitano, prima del definitivo 3-1 di Marcelo. In quel di Parigi, non è andata meglio agli uomini di guidati da Emery: ci ha pensato il solito Cristiano Ronaldo ad aprire le marcature.
È arrivato, in seguito, il vano pareggio dell'ex Palermo Cavani, a cui è sopraggiunta la risposta del mediano verdeoro Casemiro. Un 2-1 finale che ha sancito l'ennesima eliminazione dalla principale competizione continentale del Paris Saint Germain, nonostante un primato in discusso in Ligue 1 (primo a settantaquattro punti, a +14 dal Monaco).
Sono solo numeri
Ma sono da capogiro, quelli che riguardano l'ex calciatore di Sporting Lisbona e Manchester United. È andato a segno sei volte su sei (cioè in tutte le contese) nel girone di qualificazione di questa Champions League, ha condotto da solo il Real Madrid verso i quarti di finali (e probabilmente oltre): per un totale di dodici segnature in otto partite.
Che sono da aggiungere alle sedici messe a segno nella Liga, per un computo totale di ventotto centri in meno in ventinove apparizioni sul rettangolo di gioco, a metà stagione. Sono cifre, queste, alle quali tifosi e addetti ai lavori si sono abituati, quando si tratta di un fuoriclasse come Cristiano Ronaldo: calciatore che ha più gol che presenze con la divisa "blanca" (quattrocentotrentasette in quattrocentoventisette match), con la quale ha realizzato centodue gol in Champions (su centodiciassette totali). Numeri che sono solo numeri, per un campione che ha ancora molto da dire sul rettangolo di gioco.